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ANSAcom - In collaborazione con Intesa Sanpaolo
Piemonte Nord, Valle d'Aosta e Sardegna, con 49,5 miliardi di euro nel 2023, intercettano l'8% delle esportazioni italiane, con un aumento del 41% dal 2016. E' quanto rileva un'analisi della direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo elaborata in occasione della tappa torinese del programma 'Imprese Vincenti'. Secondo lo studio, un elevato contributo viene dal Piemonte Nord, con quasi 42 miliardi di export, con automotive, meccanica, sistema moda, agroalimentare, chimica, aerospazio, gomma e plastica e prodotti in metallo come primi settori per vendite all’estero. Le esportazioni della Sardegna, pari quasi a 7 miliardi, per l'83% circa riguardano prodotti petroliferi raffinati, seguiti da prodotti alimentari, chimica, prodotti in metallo e bevande, mentre l'export della Valle d’Aosta, pari a 751 milioni, riguarda per quasi i due terzi metallurgia. Il resto è rappresentato da meccanica, automotive, bevande, prodotti in metallo e gomma e plastica.
Si segnalano poi sul fronte ripresa degli investimenti un +33% per il Piemonte, +36% per la Sardegna e +44% per la Valle d’Aosta e un rafforzamento della struttura patrimoniale: tra le imprese manifatturiere di questi territori, spiega lo studio, oggi il patrimonio netto rappresenta una quota vicina a un terzo del passivo, mentre negli anni 2000 non si superava il 20%. Nel post-pandemia inoltre le disponibilità liquide nell'attivo sono aumentate notevolmente, in Piemonte dopo il picco dell'11% nel 2021, si attestano ora al 9%, in Sardegna sono passate dal 9 all’8%. Importanti risultano anche i ritorni degli investimenti in sostenibilità e tecnologia.
Lo studio realizzato sulle performance di 6.206 imprese manifatturiere piemontesi e 559 sarde evidenzia che quelle con brevetti, certificazioni di qualità e ambientali hanno una crescita del fatturato superiore rispetto a quelle che non si sono attivate su questi fronti, con ritorni anche in termini di redditività. Tra le imprese manifatturiere di Piemonte Nord, Valle d'Aosta e Sardegna a più elevata marginalità unitaria la quota di aziende che utilizza impianti di autoproduzione di energia è pari al 19,8% contro il 13,6% nel resto del tessuto produttivo. E Sardegna e Valle d'Aosta si distinguono positivamente anche per diffusione di impianti di autoproduzione di energia. Lo studio rileva infine che le sfide tecnologica e green possono essere affrontate solo con capitale umano qualificato e che va risolto il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, se si calcola che a maggio circa il 50% delle posizioni ricercate risulta di difficile reperimento in tutti i territori della direzione regionale, con punte superiori al 55% in Valle d'Aosta.
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