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ANSAcom - In collaborazione con Intesa Sanpaolo
A fronte di un quadro che ha visto, nel 2023, un'incidenza di famiglie in povertà assoluta pari all'8,4%, il livello più alto toccato negli ultimi dieci anni, con punte del 35,1% nelle famiglie di soli stranieri, un ruolo importante per creare le condizioni per una crescita più inclusiva è rivestito sempre di più dal terzo settore, che rappresenta una parte importante del tessuto economico-sociale, con, a fine 2022, 360.061 istituzioni no profit che impiegavano 919.431 dipendenti. Un nuovo record storico destinato a salire.
Secondo un'analisi del Research Department di Intesa Sanpaolo, diffusa in occasione della tappa di 'Imprese Vincenti' dedicata al terzo settore, infatti, la crescita costante e progressiva degli addetti non si è interrotta neanche nell'anno del Covid e per il 2024 è atteso un aumento dei livelli di attività, a riflesso di un elevato fabbisogno di servizi di sostegno.
Gli addetti del no profit, dopo essere aumentati dell'1% nel 2020 - evidenzia la ricerca - hanno registrato una crescita del 2,7% nel 2021 e del 2,9% nel 2022, con un aumento di 430 mila unità tra il 2001 e il 2022. Al momento spiccano le prospettive di crescita in ambiti come sanità, assistenza sociale, istruzione e ricerca, mercato del lavoro e si conferma la centralità del terzo settore per quanto riguarda l'assistenza alle persone vulnerabili, indicata dal 70% dei gestori. Seguono il sostegno socio-sanitario (50%), la promozione e l'inclusione educativa (38%) la lotta alla povertà (30%). In questo ambito, secondo gli operatori, anche il sistema bancario può assumere un importante ruolo di partnership che va oltre gli aspetti finanziari. E in alcuni ambiti, come il sostegno all'imprenditoria giovanile e all'inclusione finanziaria, il sistema bancario è atteso diventare il soggetto trainante.
Fra le questioni da affrontare c'è, però, una necessaria rivitalizzazione del mondo del volontariato: le persone con almeno 14 anni che svolgono attività gratuite in associazioni, dopo un picco di 5,5/5,6 milioni nel periodo 2015-2018, sono infatti scese a 3,8 milioni nel 2020, per non risalire oltre la soglia dei 4 milioni nel 2023. La ricerca rileva, infine che un contributo all'economia per il sociale potrà venire anche dalle società benefit, che combinano lo scopo di lucro con l'impegno a promuovere benefici comuni per la società e l'ambiente e che a fine 2023 erano 3.619 con circa 188mila addetti.
ANSAcom - In collaborazione con Intesa Sanpaolo
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