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Mattarella, cooperazione parte qualificante di modello sociale

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Mattarella, cooperazione parte qualificante di modello sociale

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In collaborazione con Legacoop

'Il'L'articolo 45 della Costituzione diede valore al sistema'

Bologna, 24 ottobre 2024, 13:22

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Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella con Simone Gamberini - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella con Simone Gamberini - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella con Simone Gamberini - RIPRODUZIONE RISERVATA

ANSAcom - In collaborazione con Legacoop

"La cooperazione, l’impresa solidale, l’economia civile, sono parti qualificanti del nostro modello sociale, fattori di rilievo della ricchezza nazionale per i beni che producono e per il lavoro che offrono. Con lungimiranza la Costituzione – con l’articolo 45 - diede valore a ciò che già apparteneva alla storia del nostro Paese: 'La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata". Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un passaggio del suo intervento alla Biennale dell'Economia cooperativa di Legacoop a Bologna. "'Riconosce' - ha proseguito - significa identificare qualcosa che già esiste. Il valore di uomini e donne che, insieme, hanno voluto costruire una componente dell’Italia, mettendo in comune le loro attitudini professionali, il loro lavoro, per corrispondere a bisogni presenti nella società. Mantenere dignitosamente le proprie famiglie, combattendo la disoccupazione e la sottoccupazione, con le cooperative di produzione e lavoro, con quelle agricole. Permettere la acquisizione di beni di consumo al di fuori di logiche speculative e di accaparramento in tempi difficili. Promuovere il risparmio e porlo a disposizione della crescita delle comunità. I costituenti non si limitarono a ribadire ruolo e importanza della cooperazione nella costruzione di una democrazia economica. Attribuirono alle istituzioni e alle politiche pubbliche il compito di promuovere e favorire il suo 'incremento' e, al tempo stesso, di assicurarne 'con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità'. Sin dal dibattito nella commissione dei 75, incaricata di elaborare il testo della nuova Carta, questi tre elementi sono stati legati con un filo robusto. Un emendamento presentato il 25 gennaio del 1947 da Emilio Canevari, presidente della Lega nazionale cooperative e mutue, e firmato anche da Togliatti e Aldo Moro, da Mortati, Lussu, Lina Merlin, aprì la strada a quello che poi sarebbe diventato l’articolo 45".

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