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ANSAcom - In collaborazione con Lutech
La domanda di soluzioni tecnologiche “sta registrando una domanda senza precedenti” e per il 2025 è attesa una crescita “ampiamente a doppia cifra”. Così all’ANSA Giuseppe Di Franco, amministratore delegato del gruppo Lutech e Carla Masperi, amministratrice delegata di Sap. Le due società sono impegnate nel consolidamento della propria partnership proprio a supporto dello sviluppo digitale e tecnologico delle imprese, pubbliche e private. Una partnership destinata a rafforzarsi in quanto oggi “i clienti chiedono di beneficiare del valore delle soluzioni date dalla tecnologia nei tempi più brevi possibili”, commenta Masperi. “L’ultima tecnologia in ordine di diffusione - aggiunge - è l’intelligenza artificiale, che contiene tante aspettative e anche potenziale. Ma per coglierlo occorrono conoscenza delle soluzioni di business e un portafoglio tecnologico avanzato. Questo è quello che abbiamo fatto con Lutech nel 2024 e non può che essere altrettanto nel 2025, perché la domanda di queste soluzioni sta subendo un'accelerazione senza precedenti”. La partnership tra le due società è attiva da circa 35 anni. Lutech ha portato a termine 55 progetti Sap nel 2024, collaborando con alcune delle principali aziende del settore energetico. La società ha annunciato inoltre un piano che prevede l’assunzione di 130 professionisti Sap nel 2025. Il fatturato di Sap in Italia nel 2023 è stato di 741,7 milioni di euro. Sap ha circa 820 dipendenti, un ecosistema di oltre 400 partner e più di 11 mila aziende clienti in Italia.Quanto all’avvento dell’intelligenza artificiale, per Masperi“siamo in presenza di una rivoluzione e occorre saperne cogliere la portata, accompagnando le aziende in questo percorso. Per questo vedo nella partnership con Lutech una grandissima sinergia”. Per il ceo di Lutech il rapporto tra l’Ia e le imprese italiane “è molto diverso a seconda delle dimensioni delle aziende. Nelle più grandi vi è maggiore consapevolezza e comprensione del suo potenziale, oltre che numerosi investimenti. Le grandi aziende hanno spesso anche un’infrastruttura tecnologica e maggiore diponibilità di dati. Si trovano quindi nelle condizioni migliori per poter recepire il cambiamento”. L’intelligenza artificiale può anche rappresentare la direttiva di sviluppo del made in Italy. Per Di Franco “se il made in Italy continua a essere focalizzato esclusivamente sui prodotti, va incontro a un grandissimo rischio a livello industriale, perché non coglie l’essenza della trasformazione dell’Ia che è far assumere centralità al processo e al dato. Oggi credo che il made in Italy non abbia alternative che puntare in maniera radicale sulla digitalizzazione”. Anche secondo Masperi “la sfida della digitalizzazione è quella di portare l’eccellenza del made in Italy industriale anche nei processi, nella produttività. La competenza nelle aziende comincia a scarseggiare e la produttività dei cosiddetti colletti bianchi può diventare un volano, perché se porta al recupero della produttività. Si instaura circolo virtuoso per l'intera economia”.
ANSAcom - In collaborazione con Lutech
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