(dell'inviato Alessandro Sgherri)
CUTRO - Una distesa di teli bianchi e poco lontano sagome accovacciate sotto teli termici gialli alla ricerca di un po' di calore. È quello che resta dell'ennesimo viaggio della speranza sulla rotta che dalla Turchia porta alle coste calabresi. Un viaggio concluso domenica in tragedia su un tratto di spiaggia della frazione Steccato di Cutro, nel crotonese, in Calabria. Un 'caicco' salpato dalla Turchia e carico di migranti, cittadini iracheni, iraniani, afghani e siriani, si è spezzato come un fuscello, scagliato dal mare agitato contro gli scogli a un centinaio di metri metri dalla riva, ed è stata una strage. Stamani sono stati recuperati tre nuovi corpi che portano il totale dei morti accertati e recuperati finora a 62, mentre è ancora indefinibile il numero di vittime ancora da recuperare, che si stima siano almeno 40.
E tra loro bambini, tanti bambini. Quattordici sono quelli recuperati tra cui due gemellini di pochi anni ed un piccolo di pochi mesi. Le vittime minorenni hanno un'età compresa tra i 13 anni e gli otto mesi. E poi 21 donne e 26 uomini. Intere famiglie spazzate via dalle onde. Solo in 82 si sono salvati.
Per 22 di loro si è reso necessario il trasporto in ospedale e uno è in terapia intensiva.
"Quando siamo arrivati nel punto del naufragio - ha raccontato Laura De Paoli, medico della Fondazione Cisom Cavalieri di Malta - abbiamo visto decine di cadaveri che galleggiavano ovunque. Ad un certo punto abbiamo visto due uomini che tenevano in alto un bambino. Siamo riusciti a recuperali, erano il fratello e lo zio del bambino che, però, era senza vita. Abbiamo provato a rianimarlo, ma aveva i polmoni pieni d'acqua e non ce l'ha fatta. Abbiamo saputo poi che aveva appena 7 anni". E in questo scenario di morte c'erano i sopravvissuti che si aggiravano spaesati e terrorizzati sulla spiaggia, gridando alla ricerca di un parente, un amico, un figlio che non riuscivano a trovare.
I soccorritori non hanno notizie certe su quante fossero le persone a bordo alla partenza. Col passare delle ore si è fatta strada la convinzione che i migranti fossero circa 180. Il che significa che mancano all'appello almeno una quarantina di persone, e le speranze di trovarle in vita, a questo punto, sono praticamente nulle.
La tragedia è avvenuta in un tratto di costa isolata, con poche case, tutte distanti e disabitate in inverno, e su una spiaggia in cui sabbia e arbusti si contendono lo spazio.
Il barcone, partito quattro giorni fa da Izmir, in Turchia, era stato individuato nella serata di ieri da un aereo del servizio Frontex. Dal porto di Crotone hanno preso il mare due unità della Guardia di finanza, ma le pessime condizioni - con mare forza 3-4 - hanno obbligato gli equipaggi a rientrare. Il barcone, partito quattro giorni fa da Izmir, in Turchia, era stato individuato nella serata di sabato da un aereo del servizio Frontex. Dal porto di Crotone hanno preso il mare due unità della Guardia di finanza, ma le pessime condizioni - con mare forza 3-4 - hanno obbligato gli equipaggi a rientrare.
Carabinieri e Guardia di finanza, intanto, hanno fermato un cittadino egiziano sospettato di essere uno scafista. E sono i possesso dei documenti di un'altra persona che potrebbe avere fatto parte dell'equipaggio. Al momento è irrintracciabile.