"Come previsto dallo studio di fattibilità Bf El Djazair Spa, è un progetto che si prefigge di produrre dal 4.6 al 6.4% della produzione nazionale algerina di cereali e legumi secchi; dunque, aiuterà a ridurre l'importazione della stessa percentuale", ha ricordato Vecchioni riferendosi alla joint venture al 51% italiana in via di costituzione.
"Dunque pensiamo che contribuirà sicuramente alla sicurezza e all'autosufficienza alimentare algerina", ha aggiunto il capo operativo del gruppo sviluppatosi intorno a Bonifiche Ferraresi, la più grande azienda italiana del settore per superficie agricola utilizzata ("attualmente di oltre 11.000 ettari", come ha precisato una fonte del gruppo all'ANSA). Il "modello Bf' incentrato sull'AgriTech' e la coltivazione di precisione contribuirà a profondere in Algeria una nuova cultura di produzione e trasformazione agricola incentrata sulle tecniche agricole appropriate come la fogarra", ha detto ancora Vecchioni riferendosi a un antico sistema di irrigazione a gallerie usato soprattutto in zone aride come il Nord Africa e parti del Medio Oriente.
"Verrà utilizzata l'irrigazione a gocce per l'ottimizzazione del consumo dell'acqua e la sostenibilità ambientale" oltre ad un'"alta tecnologia della trasformazione", ha previsto l'Ad.
"Il team tecnico e tecnologico del gruppo Bf, come previsto dall'accordo quadro-firmato con il ministero dell'Agricoltura e lo sviluppo rurale algerino, si impegnerà a trasferire e diffondere il proprio modello ai suoi corrispondenti algerini", ha assicurato Vecchioni.
"La formazione e il trasferimento del know how tramite 'Bf Educational'", un'altra società del gruppo di Ferrara, "sarà l'obiettivo intermedio del progetto congiunto con un impatto occupazionale diretto di 6.800 unità e altre 10.000 dell'indotto. Naturalmente in tutte le competenze occorrenti alla realizzazione del progetto", ha previsto il top-manager. Rispondendo a una domanda sul grado di coinvolgimento delle comunità locali, una caratteristica dell'approccio 'non-predatorio' del piano Mattei, Vecchioni ha risposto che "il punto di partenza è la forte cooperazione e partnership tra la repubblica popolare algerina e la repubblica italiana che ha incoraggiato e supportato la partnership tra il gruppo Bf e Fni", il fondo nazionale per l'investimento partner della joint venture semi-paritetica.
"Il ministero dell'Agricoltura e lo sviluppo rurale algerino e quello dell'Agricoltura italiano rappresentano la cornice di cooperazione-collaborazione all'interno del quale ci muoviamo e insieme alla wilaya (Provincia, ndr) di Timimoun", dove verrà realizzato il progetto, e contenitore principale delle azioni di collaborazione italo-algerina.
"La trasparenza è e rimarrà totale nello spirito dell'interesse comune del progetto a tutti i livelli. Lo riteniamo un presupposto fondante e fondamentale per la riuscita del progetto", ha concluso Vecchioni. (ANSAmed).
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