LONDRA - Cresce l'allarme nel Regno Unito per Laila Soueif, madre di Alaa Abdel Fattah, noto oppositore egiziano con passaporto anche britannico che langue in galera in Egitto da anni in base ad accuse che i suoi sostenitori considerano politicamente motivate. La donna, che vive a Londra, è "stoicamente" in sciopero della fame da ormai tre settimane, come sottolinea in un reportage la Bbc: e non intende cedere fino a quando per il figlio non si apriranno spiragli di liberazione.
Soueif, un'insegnante di matematica in pensione, ha 68 anni e sopravvive da oltre 20 giorni bevendo tè o caffè e assumendo sali per reidratarsi. Ma appare allo stremo, sullo sfondo di una battaglia per tenere viva l'attenzione dell'opinione pubblica sul caso di suo figlio e del crescente senso di disperazione della famiglia.
Alaa Abdel Fattah, scrittore, bolgger e animatore di campagne pro-democrazia, è indicato da varie organizzazioni dei diritti umani come il prigioniero politico più perseguitato dell'Egitto, in un Paese retto col pugno di ferro sotto la presidenza del generale Abdel Fattah al-Sisi: peraltro interlocutore - se non alleato in diversi dossier mediorientali - dello stesso governo di Londra come di quelli di altri Paesi occidentali. E' in carcere dal settembre 2019, essendo stato allora riarrestato appena sei mesi dopo aver finito di scontare una precedente condanna a 5 anni, pur senza aver commesso - secondo attivisti e parenti - alcun reato legalmente provato.
"La sua vita è sospesa da 11 anni, non si può andare avanti così", ha denunciato la madre alla Bbc con un filo di voce, nello spiegare la propria determinazione a consumare sino in fondo la protesta di solidarietà.
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