A tagliare il nastro insieme al console Michele Camerota, c'era il governatore Havel Abubaker e il direttore del museo, Hashim Abdullah, davanti a una significativa partecipazione di pubblico e media locali. Sulaymaniyah - ricorda il consolato d'Italia - è da molti considerata la capitale culturale del Kurdistan, per la sua nota e stimolante atmosfera di apertura sociale. La mostra, che sarà aperta al pubblico fino al prossimo 12 luglio, si articola in 31 pannelli fotografici con didascalie in tre lingue (italiano, curdo e inglese). Per approfondimenti sulle missioni archeologiche italiane nel Kurdistan iracheno si invita a consultare il sito dedicato: www.archeokri.it.
Il console Camerota ha affermato che "le missioni archeologiche italiane rappresentano il migliore esempio della collaborazione culturale e scientifica con la regione curda e con l'intero Iraq. L'Italia detiene il primato della collaborazione culturale e scientifica col Kurdistan".
"Ad oggi - ha aggiunto il console - sono oltre 20 le missioni in Iraq, di cui ben 11 nel solo Kurdistan, che si è iscritto a pieno titolo tra le nuove frontiere delle ricerche degli studiosi". "Questa iniziativa - si legge nel comunicato - rappresenta un tributo all'inestimabile patrimonio archeologico della regione e all'appassionato impegno degli archeologi italiani nella sua preservazione e valorizzazione". "Un impegno - ha continuato Camerota - che abbiamo voluto celebrare con questa mostra, un catalogo e un sito web dedicato, con il coinvolgimento delle controparti locali dei direttorati delle antichità".
"Il contributo italiano - ha concluso il console - coinvolge il Sistema Italia nelle sue varie componenti e, sotto l'impulso della direzione generale per la diplomazia pubblica della Farnesina, conta anche su finanziamenti erogati dall'Agenzia per la cooperazione allo sviluppo".
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