(ANSAmed) - TUNISI, 23 GEN - La Tunisia, in coordinamento con l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e i paesi limitrofi (Algeria e Libia), è riuscita ad assicurare il rimpatrio volontario di 7250 migranti irregolari dall'Africa subsahariana nel 2024. Lo ha affermato il segretario di Stato del ministro degli Esteri di Tunisi, Mohamed Ben Ayed, in una giornata di studio organizzata dall'Assemblea dei rappresentanti del popolo al parlamento del Bardo sul tema "Migrazione irregolare in Tunisia", spiegando che ciò è stato possibile anche grazie agli sforzi diplomatici e alla cooperazione con i paesi africani per facilitare il rimpatrio volontario dei loro cittadini.
La Tunisia - ha detto ancora Ben Ayed - è in una fase di costruzione e il notevole aumento del numero di migranti irregolari rappresenta un pesante fardello per gli sforzi nazionali, non solo a livello di sicurezza, ma a tutti i livelli. "Concentrarsi solo sull'approccio di sicurezza si è rivelato inefficace negli ultimi anni, poiché ha trasformato i paesi di transito in quasi piattaforme per la raccolta di migranti irregolari", ha sottolineato. In questo contesto, ha ricordato che la Tunisia ha comunicato la sua posizione sul fenomeno della migrazione irregolare a tutti i livelli bilaterali e multilaterali, ribadendo che il Paese si rifiuta di essere un punto di transito o di insediamento per questi migranti. Ben Ayed ha poi voluto ricordare l'importanza per i paesi ricchi di rispettare i propri impegni di sviluppo, in particolare nei paesi di origine, al fine di rafforzare le ragioni della loro stabilità.
Un incontro consultivo tra Tunisia, Libia e Algeria nell'aprile 2024 aveva portato all'annuncio di un accordo tripartito, le cui principali disposizioni includono la lotta ai rischi di migrazione irregolare, criminalità organizzata, tratta di esseri umani e la messa in sicurezza delle frontiere comuni.
La dichiarazione finale congiunta aveva sottolineato "l'adesione dei tre paesi all'indipendenza delle scelte nazionali derivanti dalla volontà dei loro popoli e la loro volontà di stabilire relazioni con altri paesi e raggruppamenti regionali e internazionali in un quadro di rispetto reciproco e non ingerenza negli affari interni". (ANSAmed).
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