È una vittoria della società civile, con in prima fila l'Association Zanka 90, che dal 2022 ha lottato per far entrare il sito tra le "proprietà del comune e patrimonio della città".
Ora è salvo, ma molto resta ancora da fare. Devastato dall'incuria e dai vandali, rovinato dalle piogge cui il luogo è esposto, la "casa di riposo per animali" si trova a Boubana, la collina del quartiere Moujahidine a Tangeri, in piena zona residenziale. La brama di nuovi investimenti immobiliari ha già deturpato il paesaggio, disboscandolo in gran parte, e i costruttori avevano messo gli occhi anche sul cimitero, che per i tangerini rappresenta un pezzo di storia della città.
Nato dall'idea di un gruppo di residenti britannici, la prima lapide vi fu posta nel '43, per ricordare Terry, un cagnolino morto prima dell'indipendenza del Marocco. L'idea originaria però era un'altra e venne a un diplomatico britannico che, con l'aiuto di altre famiglie, decise di acquistare il terreno per costruire un centro di cura per animali domestici.
Il cimitero nacque successivamente, negli anni '50, quando lo scrittore e designer britannico David Herbert, amico tra gli altri del fotografo inglese Cecil Beaton e dell'antropologo e scrittore americano Paul Bowls, decise di trasformare il posto in una sorta di clinica veterinaria, dove gli animali malati potevano essere ospitati, curati e poi sepolti dopo la loro morte. Da allora a Boubana sono sepolti gatti, cani e molti altri animali.
E fu proprio lo scrittore Paul Bowls ad accendere il primo faro sul cimitero, quando confessò a Virginia Spencer Carr, che poi diventò la sua biografa: "Se dovessi essere sepolto, vorrei che fosse nel cimitero degli animali qui a Tangeri, con i cani e i gatti appartenuti ai residenti europei". Il cimitero dei cagnolini figura anche nelle pagine di una delle più famose guide del Marocco, quella in edizione Pelican, 'Maverick Guide to Morocco' del 1999, scritta dall'archeologa Susan Searight che ha vissuto per oltre un quarto di secolo in Marocco. "Il cimitero dei cani, unico a Tangeri, non è qui, ma è nella città alta - vi si legge - con vista sulla montagna... Anche i gatti sono sepolti qui, con i loro nomi incisi sulle lapidi".
(ANSAmed).
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