Lo riferisce il Guardian citando i dati forniti dall'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr): in tre mesi 1.186 egiziani, pakistani e bengalesi sono arrivati a Gavdos. Nello stesso periodo dell'anno scorso c'erano stati "zero arrivi" sia a Creta che nella minuscola isola sabbiosa identificata come il sito della mitica Ogigia, dove Calipso tenne prigioniero Ulisse.
Il timore delle autorità greche è che questo triangolo di dune che s'affaccia sul Mar Libico sia il nuovo accesso all'Europa nei piani dei trafficanti che caricano persone in fuga dall'Africa. Sull'isola vivono stabilmente circa 70 persone, quasi tutti anziani, d'estate arrivano i turisti perlopiù in tenda, niente a che vedere che gli hotel di lusso e le ville con piscina di Mykonos e Santorini. Non esistono strutture di accoglienza per i migranti in arrivo dalla Libia.
A sorvegliare questo avamposto battuto dal vento c'è l'agente di polizia Efsevios Daskalakis: "È incredibile. Più di 800 anime in pochi mesi sono sbarcate sulle nostre coste. Sono soprattutto giovani, arrivano esausti dopo aver affrontato il pericoloso viaggio di 180 chilometri dalla città portuale di Tobruk. La prima cosa che fanno è chiamare il numero di emergenza, poi vengo avvisato dalla centrale. Non c'è strada quindi devo andare a recuperarli a piedi se il mare è troppo mosso". La sindaca Lilian Stefanaki lancia l'allarme: "L'altro fine settimana abbiamo avuto 150 persone arrivate dalla Libia su tre barche sovraffollate. Siamo spinti al limite perché non ci sono infrastrutture per ospitarli a Gavdos". (ANSAmed).
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