(di Hassen Houicha) (ANSAmed) - ALGERI, 29 MAR - Ogni anno, con l'arrivo del Ramadan, il mese sacro del digiuno per i musulmani, diverse regioni dell'Algeria, in particolare le zone montuose, tornano alla tradizione della 'Waziya', un'antica usanza amazigh (berbera), di solidarietà, che consiste nel macellare vitelli e montoni e dividere la carne in parti uguali tra tutti gli abitanti del villaggio.
Il 'Timchrat', come viene chiamato in lingua amazigh, è particolarmente diffuso nelle province a popolazione berbera come Tizi Ouzou, Bejaia, Boumerdes e Bouira nel centro del Paese, Setif, Jijel, Batna e Khenchela nell'est, e in grado minore a Ghardaia e nella valle del Mizab (sud). Questa antica tradizione viene generalmente celebrata nei villaggi di montagna in occasione di feste religiose come il Capodanno Hijri e il compleanno del profeta Maometto, ma è particolarmente comune per il Ramadan, in quanto viene organizzata ripetutamente durante il mese sacro.
I notabili e gli anziani dei villaggi raccolgono somme di denaro con la partecipazione della popolazione attraverso un contributo predeterminato per le famiglie, dopodiché vengono acquistate mucche, tori o altro e la macellazione avviene all'aperto, di solito sotto gli ulivi.
L'occasione è generalmente caratterizzata da un'atmosfera festiva e gioiosa, con la partecipazione di uomini, donne e bambini del villaggio. Al termine, la carne viene tagliata e distribuita equamente a tutte le famiglie, anche a quelle povere che non hanno contribuito all'acquisto del bestiame.
Negli ultimi anni si è assistito a una forte ripresa di questo rito in molte province algerine, come soluzione all'impennata dei prezzi della carne rossa e bianca. Le autorità del Paese nordafricano hanno dovuto aprire le importazioni di carne rossa da diversi Paesi, tra cui l'Italia, la Spagna, l'Irlanda, l'India e il Brasile, per soddisfare l'elevata domanda durante il Ramadan, limitando i prezzi a 1.200 dinari al chilo (8,27 euro), mentre il prezzo della carne locale ha raggiunto i 2.500 dinari (17,24 euro).
Rabeh Mechakef, un attivista nella provincia costiera orientale di Jijel, ha affermato ad ANSAmed che la Waziya è una tradizione molto antica, soprattutto nelle zone rurali, che simboleggia la solidarietà, la vicinanza sociale e l'attenzione verso i poveri che non partecipano all'acquisto di un vitello o un montone con gli abitanti del villaggio.
"Questo rituale è conosciuto anche in occasione di eventi religiosi islamici come l'Ashura e il compleanno del Profeta Maometto (Mawlid Nabaoui), oltre che in occasione di eventi agricoli come la raccolta delle olive", ha aggiunto.
Mechakef ricorda l'ultima Waziya a cui ha partecipato nel villaggio di Hawza, nel comune di Djimla nella provincia di Jijel, alla vigilia del Ramadan, dove tutto è iniziato con un'idea sostenuta da altre due persone, e subito è stato contattato un contadino per scegliere un vitello. L'occasione si è trasformata in una piccola festa a cui hanno partecipato gli uomini del villaggio in mezzo alla natura.
"Prima abbiamo concordato il prezzo con un contadino, poi l'animale è stato macellato e la carne è stata divisa in parti uguali e distribuita agli abitanti del villaggio, comprese vedove, poveri e malati, incluso l'agricoltore", ha detto.
Questa usanza era molto diffusa in passato, ma a causa della migrazione degli abitanti dei villaggi durante il 'decennio nero' e del periodo di terrorismo degli anni '90 nelle zone rurali di Jijel, la tradizione è notevolmente regredita e si era addirittura quasi estinta.
"Con il ritorno della vita nelle campagne negli ultimi due decenni, questo rituale di solidarietà è ora riapparso e alcuni abitanti dei villaggi lo hanno trasformato in una tradizione beneaugurante prima della raccolta delle olive o in occasione di feste religiose", ha concluso. (ANSAmed).
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