Originario delle comunità nere subsahariane che arrivarono in Tunisia secoli fa, questo patrimonio culturale unisce tradizioni africane con influenze arabe e berbere. Chiamata "gnawa" in Marocco, "diwan" in Algeria, "makari" in Libia e "stambeli" in Tunisia, questa pratica ancestrale, costituisce un patrimonio che l'Associazione culturale Stambali della Tunisia si impegna a preservare nell'ultima sede ad esso dedicata, la zaouia di Sidi Ali Lasmar, nella Medina di Tunisi.
Un Marabout in cui l'associazione custodisce gelosamente la memoria di un patrimonio musicale antico, che sebbene faccia parte di uno dei monumenti storici tutelati dalle autorità, rischia di essere venduto e di scomparire. La troupe Sidi Ali Lasmar lavora per perpetuare questa tradizione, che unisce l'aspetto spirituale, i canti popolari, la musica e la danza, presentandola come un'espressione artistica che ruota attorno ad un'"orchestra" i cui due maestri sono il "maalem" e l'"Arifa".
Il "maalem" o maestro è il direttore d'orchestra, che dirige la sequenza dei canti e che suona i gombri (strumento a tre corde), lo strumento re, quello che tocca il profondo dell'anima fino alla trance. Arifa è colei che canta e balla fino alla trance prima di essere raggiunta dai seguaci per formare una coreografia che fa parte di un culto feticistico vicino nel suo aspetto spirituale al Sufismo. Al centro dello Stambeli c'è infatti la trance, indotta da musiche ripetitive e ipnotiche. I danzatori, guidati dal maâllem, entrano in contatto con gli spiriti, chiamati "jinn", che si manifestano attraverso di loro con canti, danze e gesti. La trance diventa dunque un mezzo per comunicare con l'aldilà, ricevere benedizioni e trovare sollievo da sofferenze fisiche e psicologiche.
Nonostante la sua vitalità, lo Stambeli si trova ad affrontare diverse sfide. La globalizzazione e l'omogeneizzazione culturale minacciano di indebolire le sue radici africane, mentre la stigmatizzazione sociale e la mancanza di supporto istituzionale ne ostacolano la diffusione.
Tuttavia, la tenacia della comunità nera tunisina e l'interesse crescente per le tradizioni ancestrali accendono una luce di speranza. Giovani artisti e musicisti si stanno impegnando per preservare e reinterpretare lo Stambeli, inserendolo in nuovi contesti e dialoghi interculturali. E' nota l'influenza di Stambeli su un'intera generazione di musicisti, appassionati di elettronica, affascinati dai suoi loop ipnotici poi inseriti nelle loro produzioni di musica trance. Il destino dello Stambeli rimane comunque incerto. La sua sopravvivenza dipenderà dalla capacità di adattarsi ai tempi moderni senza snaturare la sua essenza. Promuovere la conoscenza e il rispetto di questa tradizione, valorizzandola come patrimonio culturale immateriale, è fondamentale per garantirne la continuità e la trasmissione alle future generazioni. Lo Stambeli rappresenta un universo complesso che va oltre la musica e la danza. È un sistema di credenze, è come una specie di medicina tradizionale e un potente strumento di identità per la comunità nera tunisina. Preservare questa tradizione significa custodire un tassello fondamentale della storia e della cultura del Paese, aprendo un dialogo con le sue radici africane e le sue sfide contemporanee. (ANSAmed).
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