TEL AVIV - Un'indagine condotta dal comandante di una brigata dell'esercito israeliano ha portato alla conclusione preliminare che era ingiustificata l'uccisione del palestinese Ahmed Hassan Kahla (45 anni) avvenuta ad un posto di blocco presso Silwad (Ramallah) il 15 gennaio scorso.
Lo scrive Haaretz secondo cui in precedenza i soldati addetti al posto di blocco avevano fornito versioni non corrispondenti alla verità.
Nella prima avevano sostenuto che Kahla aveva lanciato sassi contro di loro e che "si era avventato con un coltello". In seguito avevano sostenuto che nel corso di un alterco ravvicinato questi "aveva cercato di impadronirsi dell'arma di uno dei soldati". L'ufficiale che ha condotto l'inchiesta, aggiunge Haaretz, ha però trovato lacune significative nelle versioni dei militari e ha concluso che si sono comportati in maniera errata.
In quell'occasione il premier Mohamed Shtayeh aveva accusato Israele di essersi "macchiato di un crimine" e aveva perorato un intervento della comunità internazionale per mettere fine ad espisodi del genere che nelle ultime settimane si sono moltiplicati in Cisgiordania.