C'è anche il sindaco di Scanzano Jonico (Matera), Pasquale Cariello (ex consigliere regionale della Lega) tra gli indagati dell'operazione 'Mare Nostro' della Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza, che ha portato all'emissione di 21 fermi - per i quali si è in attesa della convalida - a carico di persone indiziate di appartenere a una associazione di stampo mafioso che opera sul litorale jonico lucano tra le province di Matera e Taranto.
In particolare a Cariello, che ha ricevuto un'informazione di garanzia ed ha subito una perquisizione, si contesta il reato di turbativa di funzione religiosa, aggravata dal 416 bis (associazione per delinquere di tipo mafioso): nel giorno di Ferragosto - ha detto il procuratore distrettuale antimafia, Francesco Curcio - "di sua iniziativa Cariello avrebbe turbato l'esercizio della 'Processione della Madonna del Mare con le barche' facendo compiere una sorta di inchino con la statua nei pressi di uno stabilimento balneare riconducibile ai clan Scarci-Scarcia".
Durante la conferenza stampa di stamani, Curcio, sottolineando "il fondamentale lavoro sinergico svolto da tutte le forze di polizia e giudiziarie", ha evidenziato che "oltre all'associazione di tipo mafioso, sono stati contestati 81 reati". "Il settore di attività - ha aggiunto - del clan è quello della pesca. Il clan gestiva il tratto di mare lucano e tarantino come se fosse la piscina di casa, imponendo il pagamento di una cifra ai pescatori per potervi accedere, e obbligandoli anche con metodi violenti a pescare solo in quella zona, dietro ulteriori corrispettivi a fronte di quanto pescato.
E' dal 2018 - ha concluso - che una confederazione mafiosa detiene il controllo su tutto quel tratto di mare. Questa è la punta di un iceberg di un procedimento lungo che si è chiuso con la richiesta di fermo per il pericolo di fuga di uno degli esponenti del clan".
Delle ordinanze di fermo, 16 sono state firmate dalla procura di Matera e cinque da quella di Taranto; sono stati sequestrati 200 mila euro in contanti e 40 mila di buoni fruttiferi; sono state oltre 200 le unità di polizia impiegate per concludere l'operazione.
Cariello ha detto di aver appreso "con rammarico dagli organi di stampa, anche in violazione dell’art. 114 del Codice di procedura penale, di essere indagato per aver preso parte, insieme all’intera comunità, alla funzione religiosa del 15 agosto scorso, officiata dal parroco".
Cariello, "come ha sempre fatto", ha espresso "massima fiducia nell’operato della Magistratura e delle forze di Polizia", e ha sottolineato di "aver sempre combattuto i fenomeni malavitosi, così come continuerà sempre a fare per la tutela della cittadina che amministra, insieme ad uomini e donne di grande moralità. Nel contempo verificherà, in merito all’indagine a suo carico - è scritto in una nota - se le forze di Polizia siano state indotte in errore da soggetti politicamente e personalmente contrari alla maggioranza che amministra il Comune".
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