Il ragazzo di Calabria, ma nato a
Livorno, regala al taekwondo il bronzo olimpico, e rimpolpa il
medagliere azzurro a Parigi 2024. Non è stato un percorso netto
quello che ha portato Simone Alessio sul podio dei Giochi: al
Grand Palais il campione che a Sellia Marina, in provincia di
Catanzaro, ha cominciato a praticare taekwondo quando aveva solo
quattro anni, ha conquistato la medaglia che ripaga comunque
della sfortuna dell'altro campione italiano, Vito Dell'Aquila
che, arrivato in Francia con l'oro di Tokyo da difendere, si è
dovuto arrendere a un infortunio. Ed è stato costretto a
ritirarsi.
Per Alessio, che ai Giochi comunque aveva tante chance anche
in virtù del ranking (è il numero 1 e arrivava come l'uomo da
battere), la corsa all'eventuale oro nella categoria 80 kg è
stata compromessa dalla sconfitta 2-1 ai quarti con l'iraniano
Mehran Barkordari. Con qualcosa da recriminare: al terzo round
il Var non ha convalidato il punto all'azzurro che poi è stato
superato dall'avversario. Per riprendere il cammino e sperare
nella medaglia Alessio si è dovuto affidare al ripescaggio: ed è
rientrato grazie alla vittoria dello stesso atleta di Teheran
nella semifinale. L'azzurro ha quindi battuto 2-0 l'uzbeko
Jasurbek Jaysunov e nella finalina ha superato anche l'americano
CJ Nickolas 2-0. Ed è podio che va ad aggiungere al ricco
palmares del 24enne l'unica medaglia che mancava, quella
olimpica. E infatti Alessio al termine dell'incontro era
contento ha preso la bandiera e ha fatto il giro con il
tricolore sulle spalle. Del resto la sua medaglia si mette in
scia della tradizione del taekwondo azzurro, partita con il
titolo vinto da Carlo Molfetta nel 2012.
"Sono felicissimo per lui era l'uomo da battere - le parole
del presidente della federazione Angelo Cito - e questa medaglia
consolida la sua carriera. Mi dispiace per Vito (Dell'Aquila
ndr) perché solo la sfortuna gli ha impedito di raggiungere il
risultato che meritava".
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