"Sarebbe un errore da parte del governo italiano non tenere conto dei retaggi storici che influenzano i rapporti con i 'blocchi' presenti a livello internazionale. Per questo motivo l'Italia deve sanare la sua posizione da ex potenza colonialista e imperialista". A dirlo Stefano Pilotto, docente di relazioni internazionali al Mib School of Management, ricordando la figura di Enrico Mattei e il suo approccio innovativo all'Africa basato su un rapporto di reciprocità e di pari vantaggio. Il Piano Mattei, quale strumento di diplomazia e cooperazione per l'Africa è stato, ieri, al centro dei lavori del meeting delle relazioni internazionali Food For Diplomacy che calerà il sipario domani a Monasterace.
L'obiettivo del governo italiano deve, quindi, essere quello di puntare a creare una relazione serena e di cooperazione con gli stati africani in quanto "la tempistica dell'azione di politica estera italiana - ha detto Federico Battera, docente di Storia e istituzioni dell'Africa all'università di Trieste - è molto favorevole. C'è un ridimensionamento degli interessi di altri attori che rende il 'campo africano' abbastanza libero e con molte opportunità a livello geopolitico. Attraverso il Piano Mattei, il governo italiano deve, quindi, rafforzare il fattore bilaterale colmando quella che negli ultimi decenni è stata la discontinuità della politica estera italiana nella sua strategia al continente, rischio che si presenta anche in questa occasione con una cessione di sovranità".
Per Giuseppe Dentice, analista del CeSI (Centro Studi Internazionali) "il Piano Mattei è il tentativo dell'Italia di riprendere un ruolo nel continente in un quadrante in costante evoluzione. Prioritarie devono essere le politiche di breve e lungo termine nel settore energetico e non solo. Tuttavia, è necessario un maggiore coinvolgimento di attori sia pubblici sia privati del sistema Italia, ma è anche necessario realizzare progetti europei per un maggior coordinamento a livello internazionale senza il quale l'azione italiana potrebbe essere meno efficace".
Nel corso del dibattito, ospitato a Palazzo Santa Caterina nel borgo medievale di Monasterace Superiore, è emerso che le missioni diplomatiche realizzate in Africa orientale e occidentale rappresentano sicuramente un segnale positivo per lo sviluppo del Piano Mattei, anche se la concretezza necessaria per la sua attuazione non è ancora sufficiente.
"Gli operatori istituzionali che lavorano al Piano - ha detto Massimo Zaurrini, direttore di Africa e Affari/InfoAfrica - sono particolarmente interessati al settore economico ma, vista anche la crescita della presenza italiana negli ultimi anni in Africa, il governo italiano potrebbe diventare il portavoce privilegiato delle istanze del continente Africano in Europa".
Oggi, alle 21, in piazza Calvario si parlerà, invece, della crisi nel Canale di Suez e del Piano del Mare del governo Meloni con gli interventi di Andrea Agostinelli, presidente dell'Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, Zeno D'Agostino, presidente dell'European Sea Ports Organization (ESPO), Marco Di Liddo, direttore del CeSI (Centro Studi Internazionali), Giuseppe Lombardo, procuratore aggiunto della DDA di Reggio Calabria, Pierpaolo Ribuffo, coordinatore della Struttura politiche del Mare della Presidenza Consiglio dei Ministri, Stephen Taylor, coordinatore del progetto North Adriatic Hydrogen Valley e Roberto Vitale, presidente della Vitale Onlus ideatrice del meeting delle relazioni internazionali Food For Diplomacy. A condurre la tavola rotonda sarà la giornalista e conduttrice del Tg1 Rai Cecilia Primerano.
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