S'intitola 'I Dimenticati'
l'ultimo saggio di Bruno Gemelli in libreria per i tipi di Città
del Sole di Reggio Calabria, realtà editoriale che mantiene il
suo faro acceso sulla pubblicistica locale.
Anche in questa sua opera Gemelli, giornalista di vaglia e
scrittore arguto, non si stanca di scavare. tra passato e
presente, per richiamare l'attenzione verso personalità,
contemporanee e non, sulle quali è caduto l'oblio. I
Dimenticati, appunto. Il più delle volte ingiustamente.
E così l'autore passa in rassegna cinquanta personaggi,
maschi e femmine, per lo più calabresi, diversissimi tra loro
per età, epoca, provenienza, ceto, mestiere, cultura,
appartenenza. Figure che sono capitate in questo arengo perché
hanno attirato la curiosità del cronista che ha dato loro conto
in un determinato momento. Naturalmente gli assenti sono un
numero infinito. Ma la discrezionalità è il lievito di questi
libelli.
Una delle figure presenti nell'elenco, Antonio Porchia da
Conflenti, disse una volta: "se mi dimenticassi di ciò che non
sono stato, mi dimenticherei di me stesso". Porchia era un
emigrato calabrese in Argentina che divenne un famoso aforista.
Eppure c'è qualcuno che l'ha ricordato.
Alla Calabria, suggerisce l'autore, è toccata anche la
sfortunata sorte di non aver avuto un Ennio Flaiano, forse il
più grande elzevirista italiano, che sapesse raccontare, e
mettere alla berlina, i vizi, i tic, le debolezze e le
contraddizioni dei conterranei: e sì che ce ne sarebbe stato
bisogno; ma non ha avuto neppure uno scrittore di costume come
Andrea Camilleri o Leonardo Sciascia. Rispetto a quest'ultimo
molti, forse tutti, pensano che sia stato il primo a scrivere di
mafia. In Italia e, quindi, nel mondo. Invece il primato spetta
ad un calabrese, Saverio Montalto, pseudonimo di Francesco
Barillaro di Ardore, di professione veterinario, rammenta
Gemelli, che fu rinchiuso per cinque anni nel manicomio
criminale per aver ucciso la sorella Anna a seguito di un
tragico errore.
Di questa pasta è fatta questa narrazione. Fatti e
personaggi dimenticati troppo in fretta.
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