A quarantasette anni
dall'incidente aereo di Girifalco nel quale morirono sei
carabinieri, l'Arma ha ancora una volta ricordato i suoi Caduti.
La commemorazione si è svolta dapprima nella chiesa di San Rocco
a Girifalco con una messa, officiata dal parroco don Antonio De
Gori e dal cappellano militare della Legione Carabinieri
"Calabria" don Vincenzo Ruggiero, alla presenza del comandante
della Legione Carabinieri "Calabria", generale di brigata
Riccardo Sciuto, del comandante provinciale carabinieri di
Catanzaro colonnello Giuseppe Mazzullo e del comandante del
Gruppo di Lamezia Terme tenente colonnello Gianluca Zara.
Presenti alla cerimoniail sindaco di Girifalco e il vice
sindaco di Amaroni, i familiari dei Carabinieri caduti, i
delegati delle sigle sindacali, i carabinieri forestali, le
rappresentanze dell'8' Nucleo elicotteri di Vibo Valentia,
dell'Associazione nazionale carabinieri, gli studenti
dell'istituto superiore "Majorano" e dell'istituto comprensivo
"Scopelliti" di Girifalco, l'Avis cittadina, la proloco e la
Protezione civile.
Al termine della celebrazione il generale Sciuto ha
ringraziato tutti i presenti per la loro partecipazione. La
cerimonia è poi proseguita a Monte Covello con gli onori ai
Caduti e la deposizione di due corone d'alloro al Monumento,
realizzato sul luogo della tragedia.
Quel 31 ottobre del 1977, erano da poco passate le 15 quando
si interruppe il contatto radio con l'elicottero AB 205 su cui
viaggiavano, il generale di corpo d'armata Enrico Mino,
comandante generale dell'Arma, il colonnello Francesco Friscia,
comandante della Legione Carabinieri di Catanzaro, il tenente
colonnello Luigi Vilardo, aiutante di campo del generale Mino,
il tenente colonnello Francesco Sirimarco, comandante del Centro
elicotteri carabinieri di Pratica di Mare, il tenente Francesco
Cerasoli, pilota della Base elicotteri di Vibo Valentia e il
brigadiere Costantino Di Fede del Centro elicotteri di Pratica
di Mare.
Il generale Mino si trovava in Calabria per conoscere di
persona i luoghi dove muovevano le cosche della 'ndrangheta,
all'epoca particolarmente attiva nei sequestri di persona, e
insieme ai suoi collaboratori stava effettuando una ricognizione
sorvolando i territori di Rosarno, Taurianova e Reggio. A tarda
sera furono trovati i resti del velivolo che era precipitato
nella nebbia, alle pendici del versante est di Monte Covello, in
località Rimitello, senza superstiti.
Proprio per ricordare la sciagura, l'Arma, in occasione
della cerimonia solenne per i 45 anni dall'evento, ha realizzato
e diffuso un cortometraggio su quanto accaduto in quella
circostanza con immagini reali del sopralluogo, con una
possibile ricostruzione della tragedia e di attimi di vita dei
protagonisti, raccontando il tutto con flashback su momenti
trascorsi in famiglia, articoli di cronaca del tempo e cerimonie
di commemorazione.
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