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Lettera aperta a Meloni,venga a Ponticelli periferia dimenticata

Lettera aperta a Meloni,venga a Ponticelli periferia dimenticata

L'invito dell'associazione Report al premier: "Basta promesse"

NAPOLI, 15 giugno 2024, 14:21

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Egregio Presidente, dopo due anni siamo qui a rinnovarle il nostro appello, attraverso una lettera in cui le elenchiamo le nostre preoccupazioni e le nostre istanze, rimaste finora inascoltate dai rappresentanti politici che l'hanno preceduta. Le foto che le invio parlano chiaro: quello che vede, in particolare, è il degrado in cui versa il parco De Simone, un piccolo 'polmone verde' che si trova proprio al centro del quartiere, abbandonato da anni e dunque negato ai bambini, costretti a giocare per strada anziché in uno spazio pubblico a contatto con la natura, perché oggi quel luogo è in preda a vandali e baby delinquenti". Comincia così l'accorata lettera appello inviata alla premier Giorgia Meloni dal presidente dell'associazione di volontariato Report con sede a Napoli, Anna Ferrara, per segnalare il degrado in cui versa il quartiere napoletano di Ponticelli. "Ma la storia che le vogliamo raccontare - prosegue la missiva - va oltre, è quella di Ponticelli, una delle periferie napoletane più dimenticate e, nello stesso tempo, più bisognose di attenzione e di interventi concreti ed efficaci da parte delle istituzioni comunali, regionali e del Governo centrale. Un territorio dove da anni vi sono grosse carenze in termini di infrastrutture e spazi aggregativi per lo sport e il tempo libero. Basti pensare ai tanti centri polifunzionali, alle palestre, alle piscine vandalizzate, in attesa di riqualificazione con i fondi del Pnrr. Ma soprattutto questo è un quartiere che è stato storicamente tragico scenario di stragi di camorra e di vittime innocenti della criminalità uccise per errore".
    "Finora - si sottolinea - abbiamo subito anche "l'onta" delle passerelle di quanti sono venuti in questo territorio a chiedere voti e a promettere tutto, anche se poi, in realtà, non hanno fatto nulla per il quartiere e per i suoi cittadini onesti. La criminalità è solo uno dei tanti problemi di questo quartiere, ma oggi appare anche quello più grave. Ne esistono poi altri che attengono ad un quasi inesistente welfare pubblico di Stato, al quasi assoluto abbandono del territorio a regole illegali e prevaricatrici imposte dalla violenza e dalla sopraffazione della camorra. Ma noi possiamo attestare che le radici di questo quartiere e la sua popolazione oggi sono in stragrande maggioranza fatte di persone perbene e pacifiche, che desiderano solo vivere e lavorare in pace, senza doversi preoccupare di attraversare le strade mentre è in corso una "stesa" oppure andare a fare la spesa, a prendere i figli a scuola e temere di imbattersi in una sparatoria o un omicidio. Vorremmo assicurare ai nostri figli - l'appello dell'associazione - un presente e un futuro migliori. A nostro avviso serve però che lo Stato faccia per intero tutta la sua parte, per consentire ai cittadini di riconquistare la necessaria fiducia nelle Istituzioni finora incapaci di affrontare e risolvere i problemi di questo quartiere e di questa città".
    "Confidiamo in un suo autorevole intervento - l'istanza che proviene dalla lettera - affinché i problemi di Ponticelli possano essere affrontati senza approssimazione e superficialità, com'è stato fino ad oggi. La cittadinanza onesta è pronta a fare la propria parte, ma riteniamo che il primo passo lo debba fare lo Stato che ha il dovere, i mezzi e gli strumenti per intervenire e risolvere. Siamo disposti a venire a Roma, se lei ci vorrà ricevere, per manifestarle di persona quanto qui brevemente esposto. Ringraziandola per l'attenzione che avrà voluto dare al nostro appello, confidiamo nel suo operato, che continuiamo ad apprezzare, dopo quanto fatto su Caivano e il Parco Verde. Ma soprattutto - si conclude la missiva - speriamo di poterla vedere un giorno, non molto lontano, tra le strade del nostro quartiere, poiché siamo certi che darebbe un segnale forte della presenza dello Stato che lei rappresenta".
   

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