Bilancio positivo per l'Anm al
termine della protesta che ha segnato la cerimonia di
inaugurazione dell'anno giudiziario del distretto di Corte
d'Appello di Napoli. "Io credo - commenta il presidente della
giunta distrettuale dell'Anm Napoli Cristina Curatoli nel corso
di una conferenza stampa convocata al termine della cerimonia -
che la giornata di oggi dimostri come questa iniziativa sia
state senz'altro molto sentita dalla magistratura tutta, unita
in tutte le sue componenti culturali e associative. Ecco il
messaggio che ne esce oggi è quello di una grandissima unità e
compattezza proprio perché non siamo di fronte a riforme che
modificano piccoli passaggi ma siamo di fronte a forme che
minano il cuore della giurisdizione e quindi davanti a questo la
magistratura è compatta e oggi l'ha dimostrato".
Le rassicurazioni di Nordio sembra non abbiano fatto breccia.
"Le parole del ministro - prosegue il magistrato - non ci
tranquillizzano perché un conto è dire che in questa riforma non
c'è scritto che autonomia e indipendenza sono lesi, ma sono
parole perché la riforma va letta nel suo complesso, anche alla
luce di tutti i commenti a margine che la politica dà rispetto a
questa riforma che dimostrano invece al contrario come abbia lo
scopo di controllare i pubblici ministeri, di controllare ile
indagini scomode e in qualche modo di controllare e di attenuare
quella che è l'autonomia della magistratura e dei pubblici
ministeri, soprattutto nello svolgimento della propria attività
lavorativa".
"Non c'è bisogno - la tesi dell' Anm - che venga scritto in
maniera esplicita che il pm è assoggettato al potere politico,
perché si percepisce dall'intera riforma nel suo complesso. E
soprattutto la maggior parte dei sistemi giudiziari che prevede
la separazione delle carriere ha esattamente poi questo
progressivo risultato. Non si comprende perché separare delle
carriere che di fatto già lo sono e non si comprende perché
separare in qualche modo il giudice dal pubblico ministero
quando i migliori pubblici ministeri sono quelli che hanno fatto
anche il giudice, perché hanno condiviso la medesima cultura
della giurisdizione, una cultura finalizzata solo ed
esclusivamente alla ricerca della verità e all'accertamento dei
fatti. I pubblici ministeri chiedono le archiviazioni, chiedono
le assoluzioni e lavorano per cercare la verità dei fatti per
tutelare tutti i cittadini allo stesso identico modo anche da
qualunque tipo di cittadini, non soltanto i potenti".
Sullo sfondo si intravede la possibilità di una battaglia
referendaria. Ipotesi cui l'Anm di Napoli al momento non vuole
pensare: "Per adesso non immaginiamo nessuna campagna anche
perché l'associazione nazionale magistrati spera che questo non
avvenga. Se dovesse avvenire - precisa Curatoli - valuteremo
che cosa fare, ma non tanto semplicemente per manifestare una
forma di opposizione, ma anche per farci ascoltare dai cittadini
che dovranno essere quantomeno consapevoli del fine di questa
riforma. Detto ciò - conclude il numero 1 dell' Anm di Napoli -
qualunque riforma verrà accettata dalla magistratura come è
giusto che sia. Però dobbiamo sicuramente informare i cittadini
perché abbiamo il dovere di farlo quando sono in gioco
l'autonomia e l'indipendenza dei magistrati".
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