"Una chiave per affrontare il
problema della violenza tra adolescenti ed aiutare le vittime a
superare queste esperienze traumatiche può essere l'educazione.
La prevenzione è l'intervento primario e imprescindibile per
limitare e combattere il problema della violenza tra
adolescenti. Docenti e genitori dovrebbero educare i giovani al
rispetto degli altri, aiutarli a gestire la rabbia e supportarli
laddove conseguenze negative possano derivare da atti di
violenza". Così Patrizia D'Angelo, segretaria Spi Cgil
Campania-Napoli, illustrando il tema principale dell'incontro in
programma nel capoluogo campano giovedì 30 gennaio (ore 10) al
Liceo Scientifico-Linguistico Statale 'Cuoco-Campanella' nella
sede di Largo Miracoli. "Abbandona la violenza e abbraccia la
vita" è l'argomento intorno al quale discuteranno, dopo la
relazione di D'Angelo, Adele Barile, dirigente scolastico del
'Cuoco-Campanella', Deborah Benincasa, docente e referente per
la legalità, bullismo e cyberbullismo del 'Cuoco-Campanella',
don Tonino Palmese, presidente Fondazione Polis, Luca Trapanese,
assessore comunale alle Politiche Sociali, Teresa Esposito,
assessore alle Politiche Sociali della Terza Municipalità, Delia
Rocco, giurista-associazione 'La Valigia di Caterina', Simona
Casale, Divisione anticrimine della Questura, Franco Tavella,
segretario generale Spi Cgil Campania-Napoli, Claudia Carlino,
segretaria nazionale Spi Cgil. L'incontro è patrocinato dalla
Terza Municipalità.
Secondo Patrizia D'Angelo "anche la comunicazione è
fondamentale per intervenire positivamente su questo fenomeno:
incoraggiare i giovani a comunicare i loro sentimenti e a
parlare di eventuali problemi che potrebbero essersi verificati
a scuola o tra amici, insegnare loro a risolvere pacificamente i
conflitti e trovare risoluzioni a problemi sono certamente
azioni da inserire tra le attività quotidiane a diversi
livelli". "Occorre altresì sviluppare gli interventi di sostegno
ai giovani che hanno subito violenza - prosegue la dirigente
sindacale - ad esempio attraverso gruppi di supporto o terapie
individuali al fine di aiutarli a superare i traumi e a
rafforzare la loro autostima. Le azioni che si pongono in essere
devono essere tempestive: se si sospetta che un giovane stia
subendo violenza è importante intervenire immediatamente per
garantire la sua sicurezza e fornire il supporto di cui ha
bisogno. Questo può implicare la segnalazione alle autorità
competenti o la richiesta di aiuto a un professionista del
settore.
Infine, è necessario "un adeguato coinvolgimento delle
comunità: la comunità può giocare un ruolo importante nella
prevenzione della violenza tra adolescenti, ad esempio
organizzando programmi e attività di gruppo che incoraggino la
cooperazione e il rispetto reciproco". "E' importante che la
società in generale presti maggiore attenzione ai giovani e che
li sostenga nella loro crescita e nel loro sviluppo - conclude
D'Angelo - Questo può significare offrire opportunità di
volontariato e di partecipazione a programmi di formazione per i
giovani e incoraggiare le conversazioni sulla prevenzione della
violenza e sulla risoluzione pacifica dei conflitti".
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