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Dalla tavola calda all'orto dei ricchi, i cibi a Herculaneum

Dalla tavola calda all'orto dei ricchi, i cibi a Herculaneum

Uno spaccato sulle merci e sulle abitudini al Parco archeologico

ERCOLANO (NAPOLI), 26 gennaio 2025, 17:42

Redazione ANSA

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Dal Thermopolium, la nostra tavola calda, con gli orci incassati nel bancone fino alle case dei ricchi con ampie sale e fontana per pulirsi le mani dopo il pasto. Ma anche il Pistrinum, il forno in cui veniva macinato il grano e le botteghe con vini ed olii e anfore, frutto di scambi con altri popoli. Così il Parco archeologico di Ercolano, in collaborazione con Coopculture, ha illustrato ai visitatori con l'evento 'Ercolano dei popoli' le abitudini culinarie degli antichi abitanti e gli scambi di merci, offrendo uno spaccato sulla vita sociale, sulla dieta e la salute.
    Lo stato di conservazione del sito ha consentito di ritrovare i legni mineralizzati e resti di cibi come testimonia la Casa d'Argo, in cui sono stati rinvenuti resti di pani che dovevano essere messi in forno o il Thermopolium, un bancone in muratura con all'interno grandi contenitori nei quali vi erano cibi cotti: chi non poteva permettersi la cucina in casa si recava in questo luogo per sfamarsi o per portare a casa il pasto mentre i più facoltosi avevano strutture adatte come vere e proprie cucine con braci in cui preparavano i cibi. Tra questi i preferiti: zuppe, le verdure con cipolla e aglio, porro.
    Una sosta alle botteghe poste all'esterno della Casa di Nettuno e Anfitrite con atrio e l'impluvium e un dipinto nel triclinium, il luogo dove si mangiava sdraiati su letti, raffigurante un giardino. E poi la Casa del Salone Nero che prende il nome dal ritrovamento di un salone con pareti nere, segno di eleganza e ricchezza e riconducibile a persona facoltosa. Un salone che dà sul giardino dove si consumavano banchetti con una cucina più ricca.
    Caratteristica l'iscrizione sul muro 'ad Cucumas' una sorta di insegna d'osteria dei nostri giorni posta su un ambiente munito di anfore contenenti vino tra cui il cosiddetto 'viaticum' il nettare di Bacco che doveva temprare i viaggiatori speziato con pepe e miele. E poi, il Pistrinum con macine in pietra per il pane che veniva cotto in un forno all'interno della casa. Uno spaccato sulla vita quotidiana nella Casa del Tramezzo di Legno e nella Casa dell'Albergo con piccole stanze, simili a quelle di un albergo, con peristilio che circonda un giardino.
    L'evento rientra nell'ambito di 'Ercolano dei popoli' offerto da Coopculture e dedicato questo mese ai cibi e alle merci. A guidare i visitatori Giovanni Del Prete operatore di Coopculture: "Ercolano dei Popoli è un momento per dei focus sui temi della quotidianità ad Ercolano in particolare e, in generale, nell'antica Roma. Oggi con l'iniziativa sul cibo e le merci si conclude questo percorso di visite con la volontà di dare una visione più ampia di uno spaccato di quotidianità che in genere nella visita normale non sempre è possibile offrire.
    Il cibo e non solo, ma anche la vita dal punto di vista antropologico. Si può dire che sono visite archeologiche ma anche antropologiche su quello che è stato ritrovato".
    Parla di "viaggio affascinante attraverso la storia e le tradizioni alimentari e commerciali" della città antica il direttore del Parco archeologico di Ercolano, Francesco Sirano: "questo percorso è pensato per far comprendere come Ercolano sia un osservatorio privilegiato per far capire come le città romane fossero un crocevia di scambi culturali, commerciali e gastronomici, dove le diverse civiltà e popoli si incontravano e interagivano. Il cibo e le merci erano elementi fondamentali della vita quotidiana nella città vesuviana e attraverso le testimonianze archeologiche, come i cibi e gli alimenti qui trovati in grande abbondanza insieme alle botteghe, ai magazzini e agli utensili da cucina. Così possiamo ricostruire le abitudini alimentari di chi viveva qui". Per il direttore un modo per riscoprire il legame tra il passato e il presente, e per capire come la globalizzazione dei commerci e la diversità alimentare fossero già, in una certa misura, parte della vita quotidiana degli abitanti di Ercolano. "Siamo entusiasti di continuare a offrire esperienze che mettano in luce non solo la grandezza architettonica di Ercolano, ma anche la ricchezza della sua vita sociale e culturale, che si riflette nei piccoli gesti quotidiani, come il cibo e il commercio, che non sono mai stati semplici atti materiali, ma parte integrante di un sistema complesso che generava la prosperità della città".
   

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