Dal Thermopolium, la
nostra tavola calda, con gli orci incassati nel bancone fino
alle case dei ricchi con ampie sale e fontana per pulirsi le
mani dopo il pasto. Ma anche il Pistrinum, il forno in cui
veniva macinato il grano e le botteghe con vini ed olii e
anfore, frutto di scambi con altri popoli. Così il Parco
archeologico di Ercolano, in collaborazione con Coopculture, ha
illustrato ai visitatori con l'evento 'Ercolano dei popoli' le
abitudini culinarie degli antichi abitanti e gli scambi di
merci, offrendo uno spaccato sulla vita sociale, sulla dieta e
la salute.
Lo stato di conservazione del sito ha consentito di ritrovare
i legni mineralizzati e resti di cibi come testimonia la Casa
d'Argo, in cui sono stati rinvenuti resti di pani che dovevano
essere messi in forno o il Thermopolium, un bancone in muratura
con all'interno grandi contenitori nei quali vi erano cibi
cotti: chi non poteva permettersi la cucina in casa si recava in
questo luogo per sfamarsi o per portare a casa il pasto mentre i
più facoltosi avevano strutture adatte come vere e proprie
cucine con braci in cui preparavano i cibi. Tra questi i
preferiti: zuppe, le verdure con cipolla e aglio, porro.
Una sosta alle botteghe poste all'esterno della Casa di
Nettuno e Anfitrite con atrio e l'impluvium e un dipinto nel
triclinium, il luogo dove si mangiava sdraiati su letti,
raffigurante un giardino. E poi la Casa del Salone Nero che
prende il nome dal ritrovamento di un salone con pareti nere,
segno di eleganza e ricchezza e riconducibile a persona
facoltosa. Un salone che dà sul giardino dove si consumavano
banchetti con una cucina più ricca.
Caratteristica l'iscrizione sul muro 'ad Cucumas' una sorta
di insegna d'osteria dei nostri giorni posta su un ambiente
munito di anfore contenenti vino tra cui il cosiddetto
'viaticum' il nettare di Bacco che doveva temprare i viaggiatori
speziato con pepe e miele. E poi, il Pistrinum con macine in
pietra per il pane che veniva cotto in un forno all'interno
della casa. Uno spaccato sulla vita quotidiana nella Casa del
Tramezzo di Legno e nella Casa dell'Albergo con piccole stanze,
simili a quelle di un albergo, con peristilio che circonda un
giardino.
L'evento rientra nell'ambito di 'Ercolano dei popoli' offerto
da Coopculture e dedicato questo mese ai cibi e alle merci. A
guidare i visitatori Giovanni Del Prete operatore di
Coopculture: "Ercolano dei Popoli è un momento per dei focus sui
temi della quotidianità ad Ercolano in particolare e, in
generale, nell'antica Roma. Oggi con l'iniziativa sul cibo e le
merci si conclude questo percorso di visite con la volontà di
dare una visione più ampia di uno spaccato di quotidianità che
in genere nella visita normale non sempre è possibile offrire.
Il cibo e non solo, ma anche la vita dal punto di vista
antropologico. Si può dire che sono visite archeologiche ma
anche antropologiche su quello che è stato ritrovato".
Parla di "viaggio affascinante attraverso la storia e le
tradizioni alimentari e commerciali" della città antica il
direttore del Parco archeologico di Ercolano, Francesco Sirano:
"questo percorso è pensato per far comprendere come Ercolano sia
un osservatorio privilegiato per far capire come le città romane
fossero un crocevia di scambi culturali, commerciali e
gastronomici, dove le diverse civiltà e popoli si incontravano e
interagivano. Il cibo e le merci erano elementi fondamentali
della vita quotidiana nella città vesuviana e attraverso le
testimonianze archeologiche, come i cibi e gli alimenti qui
trovati in grande abbondanza insieme alle botteghe, ai magazzini
e agli utensili da cucina. Così possiamo ricostruire le
abitudini alimentari di chi viveva qui". Per il direttore un
modo per riscoprire il legame tra il passato e il presente, e
per capire come la globalizzazione dei commerci e la diversità
alimentare fossero già, in una certa misura, parte della vita
quotidiana degli abitanti di Ercolano. "Siamo entusiasti di
continuare a offrire esperienze che mettano in luce non solo la
grandezza architettonica di Ercolano, ma anche la ricchezza
della sua vita sociale e culturale, che si riflette nei piccoli
gesti quotidiani, come il cibo e il commercio, che non sono mai
stati semplici atti materiali, ma parte integrante di un sistema
complesso che generava la prosperità della città".
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