La Campania, sottolinea
Confagricoltura, si conferma protagonista nel panorama
dell'agricoltura biologica italiana, come emerge dal Bioreport
2023, a cura della Rete Rurale Nazionale, giunto alla sua X
edizione e che offre una lettura approfondita dell'agricoltura
biologica in Italia. Con 102.895 ettari di superficie agricola
utilizzata (SAU) destinata al biologico, la regione raggiunge
un'incidenza del 20,9% sulla SAU totale, segnando una crescita
dell'1,1% rispetto all'anno precedente.
Le aziende biologiche campane, sebbene caratterizzate da una
dimensione media di 15,1 ettari, spiccano per la
specializzazione nei seminativi (41% della SAU biologica
regionale) e nella produzione di frutta in guscio (oltre il
10%). Tali risultati riflettono la vocazione territoriale e la
qualità delle colture tipiche locali.
Il numero degli operatori biologici in Campania è cresciuto
significativamente, raggiungendo quota 7.473 (+2,1% rispetto al
2022). Tra questi, i produttori esclusivi sono 6.244 (+2,5%),
mentre produttori/trasformatori e trasformatori esclusivi
registrano variazioni lievemente positive (+0,2%).
Secondo i vertici di Confagricoltura Campania, il Bioreport
2023 "evidenzia come l'agricoltura biologica rappresenti un
pilastro fondamentale per lo sviluppo sostenibile dell'economia
regionale, confermando il ruolo della Campania come esempio
virtuoso a livello nazionale. Nonostante i successi, però,
restano in piedi sfide come l'ampliamento della dimensione media
delle aziende, la diversificazione produttiva e il miglioramento
dell'accesso ai mercati. Investire nella trasformazione delle
materie prime biologiche sarà fondamentale per accrescere il
valore aggiunto del settore".
L'agricoltura biologica è distribuita in modo differenziato
nelle cinque province campane, ciascuna con specificità
produttive e vocazioni territoriali. Napoli si caratterizza per
una forte presenza di coltivazioni specializzate come il melo e
altri frutteti. Il contributo è significativo per la filiera
locale e la commercializzazione diretta; Salerno è leader
regionale per superficie biologica, specializzata in frutta,
olivicoltura e prodotti ortofrutticoli destinati anche
all'export, dove le aziende si distinguono per l'innovazione nei
metodi agronomici; ad Avellino la coltivazione biologica si
concentra prevalentemente su frutta in guscio e cereali,
favorita dalle condizioni climatiche dell'Irpinia; a Benevento
si registra una elevata incidenza di foraggere biologiche e
olivicoltura, in un contesto di agricoltura sostenibile che
evidenzia una crescente attenzione alla sostenibilità
ambientale; a Caserta c'è particolare attenzione alla
viticoltura biologica e un equilibrio tra seminativi e colture
permanenti.
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