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Rivoluzione trasporti, Napoli chiede al Mit 2,5 miliardi

Rivoluzione trasporti, Napoli chiede al Mit 2,5 miliardi

Si punta su monorotaie sopraelevate e rete tranviaria

NAPOLI, 28 gennaio 2025, 14:50

Redazione ANSA

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Il Comune di Napoli e la Città metropolitana candidano al finanziamento del Mit per il potenziamento del trasporto rapido di massa progetti per un valore complessivo di circa 2,5 miliardi di euro, di cui 1,8 miliardi a valere sulla città e circa 650 milioni per l'area metropolitana. Tre le macro aree: rinnovo e miglioramento del parco veicolare; potenziamento e valorizzazione dei sistemi di trasporto ad impianti fissi; realizzazione di nuove linee ed estensione di alcune già esistenti.
    "Le richieste di finanziamento che presentiamo al ministero - ha spiegato l'assessore alle Infrastrutture, Edoardo Cosenza - costituiscono il quadro delle esigenze trasportistiche di Napoli e dell'area metropolitana. L'obiettivo è avere al 2032 una maggiore connessione con trasporto di massa fra città e hinterland. Se non guardiamo all'intera area metropolitana non risolviamo i problemi di Napoli perché ad oggi ci sono comuni densamente abitati che non hanno alcuna possibilità di venire in città se non con l'auto".
    Le zone maggiormente interessate dai progetti sono l'area nord, Napoli est e la collina di Posillipo. Sul fonte della realizzazione di nuove linee, non si punta sulle metropolitane, costose e lunghe da realizzare, ma su monorotaie sopraelevate e su rete tranviaria. Innovativo, a livello nazionale, il progetto che riguarda la realizzazione di un collegamento 'people mover' a Napoli est che consiste in un'infrastruttura di trasporto su viadotto, una monorotaia a doppio binario, su cui si muoveranno mezzi elettrici su gomma. L'infrastruttura collegherà l'hub intermodale del Centro direzionale con Taverna del Ferro, servendo i quartieri di Barra e San Giovanni, e si integrerà con la linea bus rapid transit prevista nel Piano urbano della mobilità sostenibile della Città metropolitana. Un altro collegamento 'people mover' è previsto tra il Cardarelli e il Real Bosco di Capodimonte. Qui l'infrastruttura, in galleria e a binario unico, collegherà la seconda uscita di Colli Aminei della linea 1 della metro con il Real Bosco di Capodimonte, in corrispondenza della Porta piccola. Sempre per quanto riguarda il trasporto su ferro, risorse sono chieste anche per il prolungamento della linea 6 della metropolitana, tratta Campegna - Posillipo che consentirà di raggiungere Posillipo in corrispondenza di piazza San Luigi con successivo collegamento, mediante ascensore, a via Petrarca.
    "Sono molto fiducioso, c'è la possibilità concreta che questo piano possa essere finanziato. Ora abbiamo la fotografia chiara di quello che si deve fare per potenziare il trasporto e mano a mano che avremo i finanziamenti, andremo avanti nella progettazione e realizzazione delle opere". Così il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, in occasione della presentazione dei progetti per il potenziamento del trasporto rapido di massa per cui il Comune e la Città metropolitana chiedo finanziamenti al Mit. Il sindaco, nel sottolineare che è stato svolto "in questi mesi un lavoro molto articolato" per definire le necessità di completamento dello sviluppo del trasporto di massa in città e nell'area metropolitana, ha spiegato che la base di partenza è stata la definizione dei Piani urbani di mobilità sostenibile e poi sono state definite le richieste "sia relative al completamento di infrastrutture, che si stanno già realizzando, che per la realizzazione di nuove linee attese da tanto tempo".
    Manfredi ha evidenziato che la scelta di non puntare su nuove linee di metropolitana, ma di privilegiare sistemi sopraelevati e tram è dettata anche "dalla necessità di fare i conti sia con i tempi di realizzazione delle infrastrutture che con i costi: una metropolitana ha costi molto elevati e tempi di realizzazione molto lunghi e, dunque, dove è possibile e il contesto urbano lo consente, utilizzare trasporto di superficie o sopra elevato, come si sta facendo in tutte le periferie di città europee e nel mondo, è un modo per spendere meno, realizzare opere in tempi più rapidi e consentire anche maggiore flessibilità perché le nuove tecnologie elettriche consentono di fare questo".
   

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