Catania si appresta a diventare un
centro di produzione cinematografica grazie al progetto
Cinematic Futures: Bridging Art, Technology and
Interdisciplinary Training (C-Fabit) dell'Accademia di Belle
Arti, finanziato dal ministero dell'Università e della Ricerca
tramite l'Ue nell'ambito del Pnrr, e che entro il 2025 vedrà la
realizzazione di una serie tv originale interamente girata a
Catania e post-prodotta a Napoli, coinvolta tramite la sua
Accademia. L'obiettivo è quello di fare di Catania, insieme con
Napoli, un riferimento in campo cinematografico soprattutto in
ambito didattico e formativo, consentendo agli studenti delle
due accademie di sperimentare teoria e pratica e acquisire sul
campo le competenze delle varie figure professionali connesse al
mondo del cinema. Un progetto quello dell'Accademia etnea, che
attinge alla storica passione di Catania per la 'settima arte' e
che agli inizi del Novecento e agli esordi della cinematografia
la affermarsi nel panorama internazionale come una delle
capitali della più giovane delle arti visive.
Redatto dall'Accademia di Belle Arti di Catania (ente
capofila) e concepito per essere realizzato con l'Accademia di
Belle Arti di Napoli - il progetto C-Fabit potrà contare su un
finanziamento di oltre 5,2 milioni di euro
"Puntiamo a creare fra Catania e Napoli - spiega Gianpiero
Vincenzo (Abact), responsabile scientifico e autore dell'intero
progetto - un polo italiano nel campo del cinema e
dell'audiovisivo contemporaneo, oggi profondamente influenzato
dalla cultura digitale, offrendo al contempo agli studenti una
valida alternativa alla centralità finora assunta da Roma come
centro della formazione e della produzione cinematografica
nazionale. Un percorso che punta anche a rafforzare la
formazione di figure professionali nei mestieri del cinema: dal
costume alla scenografia, dalla fotografia di scena
all'informatica". Da Napoli il collega Luigi Barletta (Abana)
sottolinea come quella del progetto Pnrr per le due accademie
sia "un'opportunità unica per le nostre istituzioni, che
potranno dialogare sui linguaggi audiovisivi in chiave
transmediale e allestire ambienti tecnologicamente
all'avanguardia"
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