È uno spettacolo che sfida i limiti
delle rappresentazioni teatrali convenzionali 'Afànisi' scritto
e diretto da Alessandro Paschitto, in scena da sabato primo
marzo alle 19 (in replica domenica 2) nel Teatro Nuovo di
Napoli, presentato dalla giovane compagnia partenopea
Ctrl+Alt+Canc. L'allestimento, che vede in scena Raimonda
Maraviglia, Alessandro Paschitto e Francesco Roccasecca, "sfida
il concetto stesso di teatro visivo - si afferma in una nota -
offrendo al pubblico un'esperienza completamente nuova, basata
unicamente sulla partecipazione attiva e sull'interazione". I
tre attori s'impegnano in un dialogo non verbale con gli
spettatori, incoraggiandoli a prendere parte attiva al processo
creativo. Attraverso domande provocatorie, gli spettatori sono
chiamati a riflettere e a partecipare, diventando parte
integrante della performance stessa.
"L'epoca della società liquida - sottolinea Alessandro
Paschitto - richiede un tentativo di ricomposizione, centrato
sulla possibilità di riaprire una piazza di incontro. Il teatro
può essere lo spazio ideale e offrire strumenti utili per questo
scopo". Attraverso il meccanismo della stimolazione di "catene
associative di immagini" i tre attori giocano con il pubblico,
ridisegnando lo spazio scenico, ridefinendone ampiezze e
confini. Chiedono agli spettatori una presenza attiva: stare
comodamente appollaiati sulla propria poltrona non è possibile,
ciascuno è chiamato a essere reale catalizzatore ed elemento
necessario del dialogo non verbale, ricercato per l'intera
durata dello spettacolo. 'Afànisi', si sottolinea ancora, "è un
invito alla partecipazione, che si gioca principalmente su un
piano mentale, di pensiero. Gli attori invitano a voltarsi e
osservarsi, cercando di attivare la propria immaginazione, non
solo lasciandola andare a briglia sciolta, ma anche plasmandola
sui volti di coloro che siedono in platea.
In Afànisi, la finzione in scena non è più credibile, ma
attraverso l'interazione attiva degli spettatori, diventa una
rappresentazione autentica. Lo spazio vuoto sul palco viene
riempito dalla presenza degli spettatori, ognuno dei quali è
chiamato a essere un catalizzatore reale e un elemento
necessario per il dialogo in corso". Questo gioco di
co-creazione, conclude la nota, "illumina la responsabilità
individuale nella creazione di una comunità, mettendo in luce il
potere della scelta e dell'interconnessione umana".
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