NAPOLI, 28 FEB -Aveva la stola da sacerdote, trovata nel confessionale in cui si era seduto. E con aria compunta, immedesimato nel ruolo di un paziente e buon sacerdote pronto ad accogliere il fedele con benevolenza, confessava e assolveva. Un uomo di 44 anni, di professione operatore socio-sanitario, si è spacciato per prete e davanti al confessionale, dove si era seduto, in breve tempo si è formata una lunga fila di pellegrini, arrivati al Santuario di Pompei per il percorso giubilare che prevede la confessione - appunto - la Comunione e opere di carità cristiana con cui ricevere la grazia dell'indulgenza plenaria dei peccati. E' stato uno degli ignari fedeli a sospettare che qualcosa non andava, mentre altri pellegrini erano in attesa del loro turno per accostarsi al confessionale. Il perplesso penitente è stato visto uscire in gran fretta e correre in sagrestia per avvisare uno dei sagrestani della presenza di uno strano prete che lo aveva appena assolto dai suoi peccati. Il custode dell'area sacra del Santuario, dedicato alla Vergine del Santo Rosario di Pompei, è andato a sua volta ad avvisare i carabinieri del posto fisso nella Basilica mariana e i militari sono intervenuti a bloccare l'impostore, un 44enne di Terzigno, comune vesuviano a pochi chilometri da Pompei, dipendente ospedaliero come Oss. Avvicinato con discrezione dai militari dell'Arma e portato via dalla Penitenzieria del Santuario, l'uomo ha raccontato di avere agito in buona fede, nella convinzione di poter alleviare i fedeli dal peso delle loro colpe, assolvendoli dopo la confessione. Per lui è scattata una denuncia per sostituzione di persona e turbamento di funzioni religiose. "E' la prima volta che accade una cosa simile", ha commentato don Andrea Fontanella, responsabile della Penitenzieria del Santuario di Pompei. Che rassicura: "Voglio esortare i fedeli a stare tranquilli e sereni. Riceviamo richieste di prenotazioni di migliaia di pellegrini, ogni giorno in aumento, numeri incrementati dal Giubileo e dall'annunciata canonizzazione del Beato Bartolo Longo. Si è trattato di un episodio isolato, che ora ci farà maggiormente vigilare su tutte le aree del santuario. Invitiamo i fedeli a venire con fiducia all'incontro con il Padre, preparati a ricevere la grazia della Riconciliazione e l'abbraccio con il Signore". Il sacerdote ha anche parlato dell'importanza della confessione, quella vera: "Lo stesso Bartolo Longo è stato esempio di come si può passare da un periodo di allontanamento e di buio al pentimento e alla santità. Dopo il suo ravvedimento, infatti, il fondatore delle tante opere di carità di Pompei chiese di confessarsi con Padre Radenti, che divenne poi il primo rettore di questo santuario". (ANSA)
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