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Il crollo della Vela Celeste di Scampia, ci sono i primi indagati

Il crollo della Vela Celeste di Scampia, ci sono i primi indagati

Sono funzionari pubblici e tecnici. Per l'accusa "sgombero inapplicato e niente manutenzione"

NAPOLI, 28 febbraio 2025, 22:31

Redazione ANSA

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Il crollo della Vela Celeste a Scampia - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il crollo della Vela Celeste a Scampia - RIPRODUZIONE RISERVATA

Svolta nelle indagini sul crollo avvenuto la scorsa estate nella vela celeste di Scampia: la Procura di Napoli, a distanza di circa sette mesi dalla tragedia, ha iscritto nel registro degli indagati una decina di funzionari pubblici e tecnici. I reati contestati dagli inquirenti sono crollo colposo, omicidio plurimo colposo e lesioni colpose. 

 

Il cedimento di uno dei ballatoi al terzo piano nella Vela Celeste di Scampia avvenne nella serata di lunedì 22 luglio 2024, poco dopo le 22,30: provocò tre morti e undici feriti, tra cui sette bambini. Precipitando, il ballatoio determinò la caduta anche di quelli presenti al secondo e al primo piano.  Il primo a perdere la vita in quel disastro fu il 29enne Roberto Abbruzzo, deceduto sul colpo. Poi, Margherita Della Ragione, 35 anni. Qualche giorno dopo, in ospedale, perse la vita anche Patrizia Della Ragione, 53 anni, zia di Margherita. A indagare sul crollo sono stati gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Napoli, coordinati dal sostituto procuratore Manuela Persico e dal procuratore aggiunto Sergio Amato.

Gli inquirenti, che si sono avvalsi anche delle risultanze delle relazioni redatte da due consulenti, hanno concentrato la loro attenzione su due aspetti in particolare: la cattiva o mancata manutenzione del complesso abitativo, e anche la mancata esecuzione dello sgombero, disposto a suo tempo dall'allora sindaco di Napoli Luigi De Magistris, ma rimasto lettera morta per molto tempo. Dagli accertamenti è emersa un'ordinanza, datata ottobre 2015, che metteva in guardia dal pericolo crolli insito nella Vela Celeste. Un atto con il quale si ordinava lo sgombero. Un allarme che non troverà mai seguito. Non solo. Agli atti figura anche un documento, datato 2016, con il quale si denunciava la mancata manutenzione dei ballatoi della Vela Celeste di Scampia con relativo rischio crollo. Un altro atto di denuncia a cui è però seguito l'immobilismo delle istituzioni. Al cedimento di luglio ha poi fatto seguito un altro crollo, molto meno grave ma indicativo della situazione di precarietà strutturale in cui versavano e versano le Vele di Scampia, che nell'ultimo mezzo secolo erano diventate il simbolo di Gomorra e del degrado di Napoli. A novembre è caduto un pezzo di solaio fatiscente, tra il quinto e il sesto piano della Vela Rossa, per fortuna senza creare conseguenze per le persone. Nei mesi successivi la tragedia il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi ha proceduto allo sgombero dei residenti delle tre Vele - Celeste, Gialla e Rossa - che ora sono disabitate per motivi di sicurezza, "a causa dei rischi che minacciano la pubblica e privata incolumità". Nel corso di questi mesi gli investigatori hanno acquisito le testimonianze di una quindicina di professionisti, dipendenti del Comune e della società partecipata Napoli Servizi.
   

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