Anche gli istituti italiani di
cultura nel mondo collaboreranno alle iniziative per i
festeggiamenti dei 2500 anni della fondazione della città di
Napoli. Ad annunciarlo è il prefetto di Napoli, Michele di Bari,
che presiede il comitato "Neapolis 2500". Il capoluogo campano
guarda all'estero consapevole del suo ruolo che ha nel
Mediterraneo, come ponte con la sponda Sud. Il programma di
eventi che il Comitato ha messo a punto sarà valutato nel corso
di una riunione già fissata per la giornata di domani anche se,
al momento, non trapelano indiscrezioni sulle singole
iniziative. L'unica certezza è che si guarderà anche
all'estero.
Sono quattro le parole chiave, sottolinea il prefetto per
elaborare programmi e proposte, ovvero diplomazia, imprese,
cultura ed internazionalizzazione "quattro parole che
rappresentano la forte identità di una città - evidenzia ancora
di Bari - che ha una storia millenaria e che ha tutte la carte
per continuare ad essere protagonista". Ma il faro principale è
acceso sulla cultura proprio perché Napoli nel corso dei secoli
"è stata crocevia di culture diverse". Da qui l'idea di
coinvolgere gli istituti di cultura italiani che sono presenti
nel mondo, grazie all'interessamento del ministro degli Esteri,
Antonio Tajani e del ministro della Cultura, Alessandro Giuli.
Sono 86 e con questi istituti si lavora per avviare anche
iniziative all'estero.
Il Prefetto poi evidenzia che non c'è alcuna sovrapposizione con
il Comitato del Comune di Napoli: "Lavoriamo in ambiti diversi
ma con gli stessi obiettivi. C'è piena collaborazione. E, come
dico spesso, quando c'è piena collaborazione istituzionale i
risultati si raggiungono sempre".
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