Per far fronte all'emergenza
carcere - che si può riassumere, ma non esaurire, in due parole:
sovraffollamento e suicidi - i garanti dei detenuti non chiedono
più case di reclusione, ma di "costruire un sistema
penitenziario che sia nuovo nel trattamento, nell'affettività,
nella concessione delle misure alternative, nella
depenalizzazione dei reati minori, nell'umanizzazione della
pena". Sono le misure necessarie, a loro avviso, per far fronte
a una situazione "drammatica", che vede circa 62mila detenuti
presenti nei 192 Istituti italiani, vale a dire 15mila oltre i
posti disponibili: reclusi costretti a vivere in condizioni
"indegne" e, spesso, "inumane". Per sensibilizzare l'opinione
pubblica su questa emergenza e squarciare "il silenzio
assordante della politica e della società civile", i garanti
hanno organizzato per domani dei presidi che si terranno in
tutta Italia.
Gli operatori delle carceri sono pochi e "all'estremo delle
forze", faticano a gestire una situazione di sovraffollamento
cronico, con tanti reclusi affetti da problemi di
tossicodipendenza e disturbi psichici. Servono risposte.
"Noi chiediamo - dice Samuele Ciambriello, garante campano e
portavoce della Conferenza dei garanti territoriali -
l'approvazione urgente di misure deflattive del sovraffollamento
per chi deve scontare meno di un anno di carcere: sono 8 mila in
Italia e non hanno reati ostativi. Chiediamo l'accesso alle
misure alternative per quei 19mila detenuti che stanno scontando
una pena o residuo di pena inferiore ai tre anni. Occorre da
subito, poi, aumentare le telefonate e le videochiamate,
soprattutto in casi specifici, perché questo rappresenta un
ulteriore modo per tutelare l'intimità degli affetti dei
detenuti. Bisogna garantire l'affettività in carcere, attuando
la sentenza della Consulta in tema, appunto, di tutela del
diritto all'affettività delle persone detenute e del diritto a
colloqui riservati e intimi. Occorre inoltre - prosegue il
garante campano - che la magistratura di sorveglianza si impegni
ad aumentare i giorni di permesso premio per i ristretti".
I presidi si terranno in varie città d'Italia. A Napoli,
l'iniziativa 'Carcere: liberare la speranza!' è in programma
alle 15 a Piazzale Cenni, davanti al Palazzo di Giustizia. I
Garanti chiedono una solidarietà tangibile e auspicano che
domani, ai loro sit-in, aderiscano non solo "i garantisti e i
tanti volontari", ma anche esponenti dell'avvocatura, della
magistratura, della politica, perchè finalmente possano arrivare
"risposte concrete".
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