"Nonostante sia una conferma del
ruolo del boss quale mandate dell'uccisione di mio padre, questa
decisione, per chi cerca la verità e per chi come noi crede
nella giustizia, ha il sapore di una sconfitta. La mia famiglia
ha sempre evidenziato l'anomalia giudiziaria che ha
caratterizzato questa richiesta di revisione che di fatto non
portava nuovi elementi che mettessero in discussione la condanna
del boss. Abbiamo solo perso altro tempo. Sono trascorsi già
trent'anni senza riuscire a risalire ai cosiddetti mandanti
occulti. Un obiettivo che vediamo allontanarsi col passare del
tempo» .Lo dice Sonia Alfano figlia del giornalista Beppe ucciso
a Barcellona Pozzo di Gotto l'8 gennaio 1983 da sicari mafiosi,
commentando con Ossigeno per l'Informazione la decisione della
Corte d'assise d'appello di Reggio Calabria che ha rigettato,
nel marzo 2022, la richiesta di revisione del processo a carico
di Gullotti, presentata dai suoi legali nel 2019.
«Non posso dimenticare - aggiunge - che spesso noi familiari ci
siamo sentiti soli. Mi chiedo ancora: perché il nostro Paese,
quello per cui mio padre ha sacrificato la vita, non sente il
dovere di tramandare la sua memoria? Perché la mia famiglia, tra
le famiglie delle vittime di mafia, è una delle più isolate?
Ringrazio i pochi che non hanno dimenticato e non dimenticano,
come Ossigeno per l'informazione, che ricorda tutti i cronisti
uccisi, senza fare distinzioni, sempre e senza retorica».
Oggi alle 18.30 la famiglia ricorderà il giornalista a
Palermo, con una messa che si terrà presso la Chiesa di San
Francesco di Paola. Invece, a Barcellona Pozzo di Gotto
(Messina) è in programma un'altra messa promossa dal Comune.
Ossigeno per l'informazione ripubblicherà il libro di Sonia
Alfano "La zona d'ombra. La lezione di mio padre ucciso dalla
mafia e abbandonato dallo Stato", edito da Rizzoli nel 2011 e
fuori commercio. La pubblicazione in formato ebook fa parte del
progetto editoriale dedicato a ricostruire le storie dei
giornalisti italiani uccisi e a fornire documenti per
approfondire le loro vicende.
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