(ANSAmed) - ROMA, 9 GEN - "Gli 800mila bambini che vivono
ammassati nella Striscia di Gaza se non muoiono per i
bombardamenti rischiano di morire per le malattie". A lanciare
l'allarme parlando con l'ANSA è Lucia Elmi, la rappresentante
speciale Unicef per lo Stato della Palestina che è stata per una
settimana in missione nella striscia di Gaza.
"Sono rientrata ieri notte - ha spiegato - ero nella città
di Rafah nel sud, ho visitato diverse comunità. Abbiamo provato
diverse volte ad andare al nord, dove ci sono ancora persone, ma
tutte le volte le missioni non sono state permesse".
"Nel sud, al confine con l'Egitto, vive 3/4 della popolazione
praticamente ammassata - spiega - .Si vedono persone arrivare
continuamente su carretti con materassi e qualche coperta. Gente
che è stata sfollata di continuo, anche 5/6 volte che vive in
condizioni estreme con tende, materiali di recupero, fogli di
plastica. A Gaza non ci sono più praticamente alberi, ho visto
ragazzini tagliarli. Il legname serve per cucinare, per
scaldarsi e i rami per poggiarci le tende così come i pali della
luce".
"Sono 800mila bambini - prosegue - che vivono in condizioni
assolutamente precarie che sono sfuggiti dai bombardamenti e ora
sono in condizioni psicologiche molto preoccupanti. Ma
soprattutto rischiano di morire per le malattie: i casi di
diarrea sono raddoppiati e il più grande rischio è la
malnutrizione severa e acuta per 135mila bambini. Per non
parlare del fatto che sono tre mesi che questi bambini e
adolescenti non vanno a scuola, mentre bisognerebbe ricominciare
con una qualsiasi forma di apprendimento in sicurezza".
Per questi motivi l'Unicef torna a chiedere "il cessate
fuoco, il rilascio di tutti gli ostaggi, compresi due bambini,
consentire gli aiuti umanitari senza impedimenti, soprattutto al
nord della Striscia di Gaza".
"Siamo preoccupati anche per la situazione in Cisgiordania,
dove - ricorda Elmi - sono stati uccisi più di 80 bambini negli
ultimi tre mesi".
Nonostante le difficoltà Unicef continua a portare aiuti:
"Abbiamo fornito acqua - sottolinea Elmi - a 1 milione e 300
mila persone e la settimana scorsa per la prima volta
dall'inizio di questa guerra abbiamo portato 600mila dosi di
vaccini per la polio, la tubercolosi, il tetano poiché le
vaccinazioni erano state interrotte da tre mesi".
L'immagine che ha colpito di più la rappresentante
dell'Unicef durante la sua missione è che "c'erano bambini
ovunque. Mentre camminavo per le strade per le visite di
monitoraggio mi circondavano, volevano un contatto umano,
giocare, stringermi la mano, mi sorridevano. E' una cosa che da
una parte strappa il cuore, ma dall'altra da' tanta speranza e
motivazione per andare avanti". (ANSAmed).
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