Dimenticate il mordi e fuggi, il bevo un caffè in piedi e scappo, compro un jeans senza neanche provarlo in un negozio fast fashion tanto si cambia e rimborsano, una crema beauty come fosse un litro di latte. Tutto questo c'è ancora ma altro sta arrivando in termini di shopping affatto tradizionale, molto più contiguo ad una forma di socialità e di esperienza che non è detto debba finire in acquisto. Una shopping revolution come viene definita: arriverà anche in Italia.
I concept store, ossia i negozi un po' grandi, multi brand o multi things, già abbastanza rari in Italia, stanno ulteriormente cambiando all'estero diventando anche luoghi di incontro dove far salotto o una pausa, rigorosamente con wifi incluso e libero da password. Si entra in uno di questi nuovi posti (generalmente non proprio low cost) ci si incuriosisce delle cose in vendita - una sola categoria di oggetti o molto più spesso anche molte e diverse tra loro - e poi ci si accomoda, caffetteria e food (meglio se vegetariani o comunque healthy di tendenza) a disposizione, giornali, riviste se non vere e proprie piccole biblioteche e si trascorre del tempo. Concept store ibrido se vogliamo dare un nome è questo.
Il design è quasi sempre il modaiolo industrial chic vale a dire upcycling con pezzi vintage di recupero sapientemente mescolati con il nuovo, pavimenti invecchiati e/o vissuti, soffitti con travi a vista, pareti con carte da parati (grandissimo ritorno con soluzioni mai viste, niente di più lontano da quel che si trovava nelle case di 40-60 anni fa), tanto metallo - rame, acciaio, bronzo - abbinato a pietra e legno e una pulizia di forma senza sovrabbondanza di linee, decori, oggetti ma anzi tutto molto essenziale e pratico.
Possono essere negozi isolati o interi centri, come il Coal Drops Yard a Londra, inaugurato a fine ottobre 2018: una enorme area di shopping ibrido in una zona East London di grande frequentazione e rinnovamento - leggi Shoreditch perchè è così speciale l'East London dei Millennials - Alle spalle della cruciale stazione di King's Cross, nello storico quartiere clubbing della capitale inglese l'area di Coal Drops Yard era stata il cuore pulsante di Londra in epoca vittoriana quando si costruiva la linea metropolitana e lì erano i depositi di carbone. Il recupero della zona, realizzato dallo studio di architettura Heatherwick ha conquistato anche Google che lì sposterà il suo quartiere generale e accanto al Chocolate Bars di Alain Ducasse (oltre Parigi è solo a Tokyo e lì a Londra) e a Tom Dixton c'è ad esempio Wolf & Bagder che è uno dei simboli di questa tendenza. Dentro un luogo di grande impatto di assoluto design industriale ci sono un negozio di fiori, un bar raw ossia crudista con succhi fatti al momento, insalate, dolci, una libreria, una cartoleria, un'area vestiti e accessori, piccoli gioielli e arredamento e al piano di sopra un ristorante (Hicce dello chef britannico Pip Lacey), un'area co-working. Piccole marche di avanguardia e di nicchia, produzioni indipendenti e artigianali (magari degli studenti della vicina Central Saint Martin) è chiaro che posti come questo sono shopping non paragonabili alle catene fast fashion tutte uguali ma è proprio l'esperienza che sta cambiando.
Store ibridi si vedono a Parigi, a Soho e Chelsea (Story sulla 10/ma Avenue- 19/ma Street) a New York, ad Amsterdam, a Tokyo,a Los Angeles (il FlowerboyProject a Venice) e qualcosa si comincia a notare anche nel paesaggio italiano vistosamente sovra occupato da food store fintamente etnici aperti 24 ore e magazzini low cost con abiti di durata a timer.