(di Agnese Ferrara) Una insalatiera di pesce crudo, tagliato a piccoli dadini, marinato nella salsa di soia e condito con semi di sesamo fa la differenza. E’ il poké (si pronuncia poh-kay) e si prevede scalzerà il sushi, le tartare mediterranee e il peruviano ceviche nelle cene più trendy e nei ristoranti gourmet.
Richiestissimo a Los Angeles (dove esiste già la versione Calfornian poké) e nei ristoranti di New York, è giunto a Londra dove gli chef si sbizzarriscono a personalizzarlo o si permette ai clienti di comporlo da sé mescolando ingredienti al momento. Sempre a Londra sono già pronte le aziende di catering (come www.eatpoke.co.uk) o i chioschi nei mercati che lo vendono per il take-away. Su pinterest, instagram e twitter ci si sbizzarrisce con le foto e le ricette delle versioni più fantasiose alle quali ispirarsi.
Il piatto arriva dalle Hawaii dove è da sempre un antipasto tradizionale (poké è un verbo che in hawaiano significa ‘tagliare, affettare’ ). Il pesce marinato si condisce usando la fantasia: con avocado, cavoli, pomodori freschi , germogli di soia , lattuga di mare , peperoncino, noci di macadamia, mango , zenzero o coriandolo. E poi sale marino, aglio verde, cipollotti e lime. Accompagnato da riso o insalata, si serve direttamente in insalatiere e coppette monoporzione. Il pesce più usato è il tonno, così come prevede il piatto originale, o il polpo ma la scelta dipende dai gusti personali.
Alle Hawaii si trova ovunque, nei supermarket e perfino dai benzinai e ora sta diventano il piatto più richiesto in tutto il mondo. “Salutare, altamente personalizzabile e veramente bello da vedere” si legge su Business Insider che prevede una invasione di poké nei fast-food londinesi.
“Si dice scalzerà il sushi o che sarà l’hip food del 2017 , cioè il cibo che diverte e piace anche agli occhi” – commentano anche gli analisti francesi di NellyRodi, società di ricerche sui consumatori e i trend globali.
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