Luci soffuse e neon rossi illuminano quella che sembra l'atmosfera di un bagno pubblico, con tanto di spogliatoi. Benvenuti al meta-teatro dell'intimità firmato Alessandro Michele, dove una riflessione sull'idea di pubblico e privato, di cosa sta in superficie o in profondità attraversa tutta la nuova collezione Valentino per l'autunno/inverno 2025/26, presentata a Parigi, davanti a una platea composta da nomi illustri della moda, come Francois Henry Pinault, Francesca Bellettini, Alexa Chung, Bianca Balti, ma anche del cinema e dello spettacolo, come Jared Leto, Alessandro Borghi, Victoria De Angelis e Georgina Rodriguez.
''Le Méta-Théatre Des Intimités'' è il nome della collezione, la seconda pret-a-porter disegnata da Michele, che poche settimane fa aveva presentato anche la sua prima Haute Couture per la maison, chiamata Vertigineaux. Lo stilista, attraverso il processo creativo, si chiede se sia possibile entrare in contatto con il nostro io, allontanandosi dalla superficie delle cose. ''Questa esaltazione dell'intimità come rifugio mi sembra un'illusione scivolosa. Il tentativo di rintracciare solidità e permanenza identitaria nel fluire cangiante delle nostre esistenze. - spiega - Dovremmo saperlo: nessuna intimità può denudarci in maniera definitiva, nessun velo può essere strappato per porci di fronte al nostro vero sé. Perchè l'idea che possa esserci un sé autentico, immune dalle determinazioni della vita, è un inganno''. Nelle note di collezione si citano anche Ludwig Wittgenstein, Paul Valéry e Hanna Arendt, fra gli altri. Da queste riflessioni prende vita il processo creativo della collezione e l'idea dello show. ''A partire da queste premesse ho immaginato un bagno pubblico: un contro-luogo che neutralizza e sospende il dualismo tra interno ed esterno, tra ciò che è intimo e ciò che è esposto, tra il personale e il collettivo, tra ciò che rimane privato e ciò che si intende condividere, tra profondità e superficie. - spiega Michele - Uno spazio in cui l'intimità riconquista il proprio ruolo di costruzione identitaria, tra vestizioni e svestizioni, lontano da qualsiasi postura essenzialista''. Così, in questo spazio definito ''distopico, perturbante, Lynchiano'', sfila il massimalismo di Michele che stavolta indaga l'uso di preziosi pizzi, body e reggiseni, corsetti, maglie nude-look ma anche gonne di tulle abbinate a sofisticatissimi cappotti e pellicce.
E c'è anche il denim, per jeans classicissimi da abbinare a top in stile corsetteria. Tra lavandini in ceramica, specchi e piastrellature rosso fuoco, modelli e modelle, nella prima sfilata co-ed uomo e donna, portano in passerella i codici tipici dello stile Valentino interpretati per i consumatori di oggi, quindi fiocchi e balze, pantaloni dal taglio svasato anni Sessanta ma anche mini abiti animalier, blazer dalle spalle over anni Ottanta ed elegantissimi abiti da sera.
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