E' terminata il 28 febbraio la produzione dello stabilimento Audi di Bruxelles. La chiusura della fabbrica che impiegava circa 3.000 dipendenti, per il momento senza acquirenti, avviene mentre la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, dovrebbe presentare mercoledì il suo piano d'azione per "sostenere il settore automotive nella profonda e dirompente transizione che si profila all'orizzonte".
Il colosso tedesco Volkswagen ha avanzato diversi argomenti per spiegare la chiusura di Audi Bruxelles, che era il più grande datore di lavoro privato nella capitale dell'UE. Quando lo scorso luglio annunciò che stava valutando la fine di questa attività, Audi aveva sottolineato un "calo globale" nella domanda di SUV elettrici di fascia alta, come il Q8 e-tron, modello a cui era interamente dedicato il sito belga. L'azienda tedesca ha anche citato le "sfide strutturali di lunga data" di questo ex sito Volkswagen, che si è gradualmente ampliato nel corso degli anni ma presenta elevati costi logistici. Secondo sindacati e dipendenti, Audi ha intrapreso tardi la svolta verso l'elettrificazione e ha favorito un modello di fascia alta troppo costoso. Nel 2024, Audi ha consegnato più di 164.000 modelli "completamente elettrici", con un calo dell'8% rispetto all'anno precedente. Il mercato cinese, che rappresenta quasi il 40% delle consegne globali (650.000 su 1,67 milioni), è diminuito dell'11%.
Circa 300 persone continueranno a lavorare per diversi mesi nei settori contabilità, risorse umane, pulizie o smantellamento di Audi. Per quanto riguarda la riclassificazione dello stabilimento, la direzione assicura che i dipendenti Audi saranno assistiti nelle loro ricerche da personale dedicato presso le agenzie per l'impiego regionali.
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