Oggi le persone con diabete
utilizzano dei misuratori della glicemia per la gestione della
patologia, ma ad aprire la strada al monitoraggio casalingo è
stata una chimica, Helen Murray Free. A lei si deve lo sviluppo,
nel 1956, di un test che ha semplificato anche molto la
diagnosi, basato su strisce reattive nelle urine. Un meccanismo
utilizzato oggi nei laboratori di tutto il mondo. A ricordarla,
in occasione del suo decesso all'età di 98 anni, e' un
articolo il New York a Times. Prima dell'invenzione del test
cosiddetto di immersione e lettura (dip-and-read) nel 1956, i
tecnici aggiungevano sostanze chimiche all'urina e quindi
riscaldavano la miscela su un becco Bunsen, un bruciatore a gas
usato in chimica. Il test era scomodo e, poiché non riusciva a
distinguere il glucosio da altri zuccheri, i risultati non erano
molto precisi. Lavorando con suo marito, che era anche un
chimico, la signora Free ha scoperto come impregnare strisce di
carta da filtro con sostanze chimiche che diventavano blu quando
era presente il glucosio. Il test ha reso più facile per i
medici diagnosticare il diabete e ha aperto la strada ai kit di
test domiciliari, che hanno consentito ai pazienti di monitorare
il glucosio da soli.
I coniugi Free hanno dovuto affrontare due sfide riguardo al
test. In primo luogo, avevano bisogno di perfezionarlo in modo
che rilevasse solo il glucosio, la forma di zucchero che si
trova nelle urine delle persone con diabete. In secondo luogo,
le sostanze chimiche di cui avevano bisogno erano
intrinsecamente instabili, quindi dovevano trovare un modo per
impedire loro di reagire alla luce, alla temperatura e
all'aria.Il primo problema è stato facilmente risolto con l'uso
di un enzima sviluppato di recente che reagiva solo al glucosio.
Per stabilizzare le sostanze chimiche, i Free hanno sperimentato
solvente della colla, fecola di patate, vernice, e albumina
d'uovo prima di stabilizzarsi sulla gelatina, che sembrava
funzionare meglio.
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