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Cresce il progetto Mnesys, 800 scienziati contro le malattie del cervello

Cresce il progetto Mnesys, 800 scienziati contro le malattie del cervello

Un ANSA Incontra con i ricercatori sulla ricerca di frontiera

ROMA, 31 marzo 2025, 15:09

Redazione ANSA

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

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   Identificare nuovi bersagli terapeutici per le malattie neurologiche, sviluppare algoritmi predittivi per la risposta ai farmaci e il decorso delle patologie, e creare modelli digitali del cervello per testare ipotesi e terapie. Sono questi alcuni degli obiettivi di Mnesys, il più grande progetto europeo dedicato allo studio del cervello umano, che coinvolge in Italia oltre 800 ricercatori e 25 partner tra università, istituti di ricerca e aziende private.
    Il programma, inserito nel Pnrr e guidato dall'Università di Genova, si propone di indagare il funzionamento del sistema nervoso per affrontare patologie neurologiche e neurodegenerative come Alzheimer, Parkinson, depressione e disturbi del movimento. Se ne parlerà in occasione dell'evento ANSA Incontra che sarà trasmesso martedì 1 aprile alle ore 12 su ANSA.it. Ospiti il presidente di Mnesys, ingegner Enrico Castanini; Antonio Uccelli, Direttore scientifico del Progetto MNESYS, ordinario di Neurologia all'Università di Genova; Elena Borra, professoressa associata di fisiologia presso l'Università di Parma; Alessandro Bertolino, Ordinario di Psichiatria all'Università di Bari; Elisabetta Colombo, ricercatrice di Neuroscienze presso l'Istituto Italiano di Tecnologia; Elvira De Leonibus, responsabile del laboratorio di Neuropsicofarmacologia presso l'Istituto di Biochimica e Biologia Cellulare (IBBC) del CNR di Roma.
    "Questo progetto copre qualunque aspetto che abbia a che fare con il cervello, dal suo sviluppo nei neonati prematuri, fino alla cura e miglioramento dei sintomi delle malattie di Alzheimer e Parkinson, fino a aspetti più tecnologici del tipo il digital twin, che è la creazione dei modelli virtuali del cervello, basandosi su tecniche di super calcolo, in maniera tale come dire da potere simulare, anticipare e prevenire anche tutta una serie di malattie", spiega Antonio Uccelli, direttore scientifico di Mnesys e ordinario di neurologia all'Università di Genova.
    Con un finanziamento di 115 milioni di euro, il progetto si avvale anche della collaborazione dell'Istituto Italiano di Tecnologia e il Cnr, per un approccio multidisciplinare che integra neuroscienze, neurofarmacologia e tecnologie avanzate e si distingue per la sua rete capillare, che coinvolge 90 istituzioni di ricerca in tutta Italia, con un focus su giovani scienziati e pari opportunità di genere. Adottando un approccio multidisciplinare, lo studio utilizza tecniche avanzate come risonanza magnetica e Pet per studiare i neuroni e i meccanismi delle patologie neurodegenerative, ischemiche e psichiatriche, esplorando anche l'intelligenza artificiale per migliorare la connettività cerebrale e sviluppare modelli terapeutici personalizzati. Un altro fronte innovativo riguarda l'uso di nanomateriali in grado di ripristinare le connessioni neurali, con potenziali applicazioni per malattie come Parkinson e Alzheimer. La medicina di genere è infine un ulteriore ambito di studio (fra i molti in sviluppo) con l'obiettivo di sviluppare trattamenti specifici per uomini e donne, data la diversa risposta ai farmaci. Con il continuo ampliamento del partenariato, il consorzio si candida a diventare un punto di riferimento a livello globale nella ricerca sul cervello umano.
   
   

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