(di Francesco Brancati)
Monete, chiodi, viti, oggetti che
scintillano come i gioielli, ma anche magneti o le piccole pile
a disco. I bambini, si sa, sono imprevedibili: basta un momento
di distrazione di un adulto e tutto finisce in bocca.
Nell'80-90% dei casi per fortuna si tratta di oggetti innocui,
ma in un 10-20% di questi incidenti possono esserci conseguenze,
in qualche caso anche molto gravi o addirittura mortali. Il
fatto è che il tasso di ingestione dei corpi estranei o sostanze
caustiche - secondo dati europei e americani - è aumentato in 15
anni del 91.5% ed è quasi raddoppiato sotto i 6 anni di età. In
particolare, in Usa negli ultimi 10 anni ci sono stati 30 casi
mortali, in Italia 2 dal 2015 a oggi. Per questo gli specialisti
della Società italiana di Gastroenterologia, Epatologia e
Nutrizione Pediatrica (Sigenp) lanciano un allarme e chiedono al
Ministro della Salute Orazio Schillaci di supportarli nella
realizzazione del "registro nazionale degli incidenti per
ingestione di corpi estranei e caustici in Italia", primo atto
per affrontare il problema in modo adeguato. Ad essere più
esposti sono i bambini sotto i 6 anni, perché "a quell'età il
bambino esplora il mondo attraverso il cavo orale e porta tutto
in bocca".
In particolare, le monete sono gli oggetti più di frequente
ingeriti (62%), le batterie (micropile al litio) rappresentano
il 7% di tutti i casi; l'ingestione di caustici, in particolare
prodotti per la pulizia della casa e detersivi, rappresenta un
terzo degli incidenti domestici, responsabili di circa 1.000
ricoveri l'anno. "E' un fenomeno preoccupante - spiega il
presidente, Claudio Romano - Già nel 2020 Sigenp aveva
pubblicato raccomandazioni rivolte ai pediatri per la gestione
di questi incidenti. Ora ci rivolgiamo anche alle istituzioni e
alle famiglie perché svolgano una necessaria opera di
prevenzione", seguendo regole riassunte in un volantino
distribuito attraverso scuole, ospedali, farmacie, associazioni
genitori e, in forma digitale, ai social".
"Le ingestioni di disk battery - spiega Paola De Angelis,
coordinatore nazionale dell'Area di endoscopia Sigenp - sono
aumentate di 7 volte negli ultimi 20 anni. Per questo ci siamo
attivati per informare capillarmente i genitori sul territorio,
ma anche per formare più endoscopisti preparati per queste
emergenze, in modo che nei Centri ce ne sia sempre uno
reperibile quando serve". Perché, spiega, l'endoscopia va fatta
il prima possibile, meglio se entro due ore dall'ingestione.
Il volantino contiene anche le nozioni di base per il primo
soccorso: "Innanzi tutto - spiega Filippo Torroni, responsabile
Sigenp dell'endoscopia d'urgenza - bisogna spiegare di non
indurre il vomito nel bambino: in caso di ingestione di sostanze
caustiche questa manovra rischierebbe di bruciare ancora di più
l'esofago; anche in caso di ingestione di un oggetto non va
provocato il vomito perché potrebbe causare l'inalazione del
corpo estraneo. Nel caso di ingestione di batterie è invece
consigliata la somministrazione di miele, perché protegge le
mucose e riduce i danni all'esofago".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA