A quasi otto anni dalla prima cellula con un corredo genetico essenziale, la ricerca sulla vita sintetica fa un altro passo avanti: il gruppo di ricerca guidato dall’Università di Groningen, nei Paesi Bassi, è riuscito a ricostruire in maniera molto semplificata una delle caratteristiche chiave di tutte le cellule viventi, vale a dire il ciclo della produzione e utilizzo dell’energia.
Il risultato, pubblicato in due articoli sulle riviste Nature Nanotechnology e Nature Communications, porta un po’ più vicini alla possibilità di capire cos’è la vita, anche se è ancora lontano l’obiettivo di una cellula sintetica completa capace di crescere e moltiplicarsi in maniera del tutto autonoma.
I ricercatori coordinati da Bert Poolman si sono concentrati in particolare sulla conversione dell’energia, cercando di replicare i mitocondri, cioè le centrali energetiche delle cellule. Sono così riusciti a imitare le funzioni base di questo organello realizzando un modello estremamente semplificato, che consiste di soli 5 componenti invece delle centinaia presenti normalmente.
“L’evoluzione è una strada a senso unico, costruisce con ‘mattoncini’ già esistenti, e questo spesso porta a strutture molto complesse”, dice il ricercatore: “Una replica artificiale, invece, può essere progettata da zero con un risultato ben specifico in mente”. La struttura riesce a produrre Atp, la molecola energetica per eccellenza delle cellule, partendo esclusivamente dall’arginina, un amminoacido, laddove le cellule biologiche possono sfruttare anche altri amminoacidi, oltre a grassi e zuccheri. Dopo il consumo, la molecola viene poi nuovamente riciclata per produrre altro Atp, chiudendo il ciclo.
“Il prossimo passo sul quale vogliamo concentrarci – afferma Poolman – è inserire i nostri sistemi di produzione di energia nella cellula artificiale in grado di dividersi, messa a punto da nostri colleghi”.
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