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Vedere in 3D l'interno delle cellule senza danneggiarle

Vedere in 3D l'interno delle cellule senza danneggiarle

Grazie a uuovo microscopio basato su una nuova tecnica

28 febbraio 2025, 13:59

di Leonardo De Cosmo

ANSACheck
Rappresentazione artistica di una cellula vista in 3D al microscopio (fonte: Daniela Velasco/EMBL) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rappresentazione artistica di una cellula vista in 3D al microscopio (fonte: Daniela Velasco/EMBL) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Vedere in 3D quel che avviene dentro una cellula, ma senza danneggiarla: diventa possibile grazie al nuovo microscopio messo a punto dalla ricerca internazionale guidata dall’italiano Carlo Bevilacqua, del Laboratorio Europeo di Biologia Molecolare (Embl) di Heidelberg, e pubblicata sulla rivista Nature Photonics. La ricerca ha permesso importanti miglioramenti allo strumento messo a punto per la prima volta nel 2022 ma che ora può scattare immagini fino a 10.000 pixel

Uno dei limiti di gran parte dei microscopi è dovuto al fatto che le osservazioni danneggiano i campioni osservati anche in modo grave perché per osservare un oggetto è necessario illuminarlo, ma proprio la luce intensa può danneggiare il campione soprattutto se si tratta di materiali biologici.

Il nuovo microscopio si basa invece su una tecnica differente, ideata oltre un secolo fa dal fisico francese Léon Brillouin, e permette di vedere quel che avviene in una cellula osservando le piccolissime oscillazioni di temperatura di un campione. Una tecnica che permette di poter osservare ad esempio le cellule senza danneggiarle ma necessita di avere sensori molto sensibili.

Tanto difficile che solo nel 2022 i ricercatori dell’Embl erano riusciti a raggiungere la sensibilità sufficiente a riconoscere queste piccole variazioni ma si poteva scattare ‘foto’ di dimensioni molto limitate: “Nel corso degli anni, siamo passati dalla possibilità di vedere solo un pixel alla volta a una linea di 100 pixel, fino ad arrivare adesso a un piano completo che offre una visione di circa 10.000 pixel”, ha detto Bevilacqua. L’arrivo dei primi microscopi basati sulla diffusione Brillouin ha permesso importanti miglioramenti nello studio di campioni vivi e questo nuovo salto permetterà di poter visualizzare anche immagini in 3D. “Speriamo che questa nuova tecnologia, con un'intensità luminosa minima, apra un'ulteriore 'finestra' per l'esplorazione delle scienze della vita”, ha aggiunto Robert Prevedel, dell’Embl. 

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