Riprende la caccia alle onde gravitazionali. Dopo la pausa tecnica necessaria per l'aggiornamento e la manutenzione, alle 17,00 di oggi si rimettono in ascolto i due rivelatori Ligo che si trovano negli Stati Uniti e l'europeo Virgo, che si trova in Italia a Cascina (Pisa) e che fa parte dell'Osservatorio Gravitazionale Europeo al quale l'Italia partecipa con l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Il rivelatore Giapponese Kagra parteciperà alla raccolta dati negli ultimi mesi del 2024, a causa danni provocati dal terremoto di magnitudo 7,6 del primo gennaio 2024. Lo riporta l'Infn sul suo sito.
La nuova campagna di osservazione, la quarta e della durata complessiva di 18 mesi, è iniziata nel maggio 2023 e affronta adesso la seconda fase. "Gli osservatori di onde gravitazionali sono progetti all'avanguardia e, come tali, devono affrontare molte sfide", afferma il portavoce di Virgo e ricercatore dell'Infn Gianluca Gemme. "Oggi siamo molto lieti di unirci al nuovo ciclo di osservazione. Il contributo di Virgo - aggiunge - sarà fondamentale per migliorare la localizzazione di eventi multi-messaggero, che ci aspettiamo di rilevare in questa seconda fase del run".
Nei primi sette mesi e mezzo della campagna sono stati identificati 81 candidati eventi gravitazionali altamente probabili, confermando la frequenza di rilevamento di un evento ogni 2 o 3 giorni. Di conseguenza, alla fine di questo periodo di osservazione, nel febbraio 2025, il numero totale di segnali gravitazionali osservati potrebbe superare 200.
Per Patrick Brady, portavoce della collaborazione Ligo, "l'astronomia delle onde gravitazionali e' diventata un metodo fondamentale per osservare il nostro Universo. Con i dati di questo ciclo di osservazioni contribuiremo ulteriormente ad ampliare in modo significativo i nostri orizzonti e le nostre conoscenze sulle parti piu' oscure e violente dell'Universo". Sono grandi le attese dei risultati, dopo l'aggiornamento di Virgo, la cui sensibilita' e' migliorata al punto di poter rilevare la collisione di due stelle di neutroni fino alla distanza di circa 220 milioni di anni luce. Aumenta anche la possibilita' di poter catturare anche segnali di finora impossibili da rilevare, come la sovrapposizione casuale di onde gravitazionali prodotte nelle prime fasi della nascita dell'Universo.
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