Per la prima volta è stato misurato il legame diretto tra clima e incendi boschivi: sebbene siano le attività umane, intenzionali o accidentali, a innescare gli incendi, è il clima a determinarne la portata e l’estensione. Il risultato si deve allo studio guidato dall’Università spagnola della Murcia e pubblicato sulla rivista Earth's Future, e frutto di una vasta collaborazione internazionale che ha coinvolto anche l’Istituto di Geoscienze e Georisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa. La ricerca permetterà di sviluppare strategie più efficaci per prevenire e gestire gli incendi.
“I risultati della nostra ricerca mostrano che le condizioni climatiche nel periodo immediatamente precedente l’incendio sono cruciali, specialmente negli ecosistemi più umidi, perché determinano lo stato del combustibile vegetale”, afferma Antonello Provenzale, direttore dell’Igg-Cnr e tra gli autori dello studio guidato da Andrina Gincheva. “Tuttavia, anche le condizioni climatiche degli anni precedenti possono giocare un ruolo importante, specialmente nelle zone più aride, perché determinano l’abbondanza della vegetazione che può essere bruciata. In una vasta parte del globo – proseue Provenzale – pari a circa il 77% delle aree continentali soggette a incendi, circa il 60% delle variazioni annuali dell'area bruciata dipende direttamente dalle variazioni climatiche osservate di anno in anno”.
I risultati sono frutto dell’analisi di 20 anni di dati raccolti sia al suolo sia da satellite, che hanno permesso di costruire il primo database globale degli incendi boschivi. “Ancora una volta, si vede come i cambiamenti climatici abbiano un impatto diretto sull’ambiente e sulla nostra società – conclude il ricercatore – e come sia necessario affrontare senza indugio la crisi climatica e al contempo predisporre adeguate misure di previsione dei pericoli naturali, per poter intervenire tempestivamente”.
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