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La sabbia del Sahara fa fiorire la vita nell'oceano Atlantico

La sabbia del Sahara fa fiorire la vita nell'oceano Atlantico

Trasporta ferro che sulle lunghe distanze diventa biodisponibile

28 settembre 2024, 08:44

di Elisa Buson

ANSACheck
La polvere del Sahara trasportata dai venti verso l’Atlantico nell’estate 2024 (fonte: Lauren Dauphin, NASA Earth Observatory) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La polvere del Sahara trasportata dai venti verso l’Atlantico nell’estate 2024 (fonte: Lauren Dauphin, NASA Earth Observatory) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il 'respiro' del Sahara fa fiorire la vita nell'oceano Atlantico: la sabbia trasportata dal vento verso ovest contiene infatti un micronutriente essenziale, il ferro, che sulle lunghe distanze diventa via via più biodisponibile grazie alle reazioni chimiche che avvengono in atmosfera. Lo dimostra uno studio pubblicato su Frontiers in Marine Science da un team internazionale guidato dalle università della California e della Florida.

"Il ferro legato alla polvere del Sahara trasportata verso ovest sopra l'Atlantico ha proprietà che cambiano con la distanza percorsa: maggiore è la distanza, più è bioreattivo il ferro", spiega Jeremy Owens della Florida State University. "Questa relazione suggerisce che i processi chimici nell'atmosfera convertono ferro poco bioreattivo in forme più accessibili". I ricercatori lo hanno scoperto misurando le quantità di ferro totale e ferro bioreattivo in quattro campioni di sedimenti prelevati dal fondale dell'Atlantico dall'International Ocean Discovery Program: due campioni, i più vicini al cosiddetto 'corridoio di polvere Sahara-Sahel', sono stati raccolti rispettivamente a 200 e 500 chilometri a ovest della Mauritania nord-occidentale; il terzo campione è stato preso nella parte centrale dell'Atlantico; infine il quarto campione è stato prelevato a circa 500 chilometri dalla costa est della Florida.

Le carote di sedimenti sono state esaminate nella parte che va dai 60 ai 200 metri di profondità, in modo da ricostruire i depositi che si sono accumulati negli ultimi 120.000 anni. Lo studio degli isotopi conferma che il ferro proviene dal Sahara. Inoltre le analisi chimiche dimostrano che nelle carote prelevate a maggiore distanza dal deserto c'è una minore porzione di ferro biodisponibile, probabilmente perché questo elemento è stato usato dagli organismi presenti nella colonna d'acqua prima ancora di potersi depositare sul fondale. In conclusione, precisa Timothy Lyons dell'Università della California, "la polvere che raggiunge regioni come il bacino amazzonico e le Bahamas potrebbe contenere ferro particolarmente solubile e disponibile per la vita, grazie alla grande distanza dal Nord Africa e quindi a una maggiore esposizione ai processi chimici atmosferici".

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