È pronto il robot-zaino, facile da trasportare anche in montagna e con un impatto minimo sull’ambiente, che avrà il compito di esplorare le profondità dei laghi alpini, ecosistemi unici ancora quasi del tutto sconosciuti: il prototipo è stato testato con successo nei laghi del Ghiacciaio di Indren in Valle d’Aosta e del Ghiacciaio di Fellaria in Lombardia ed è ora pronto ad entrare in funzione nell’estate 2025. Lo strumento è stato messo a punto dal gruppo di ricerca guidato dall’Istituto di Ingegneria del Mare del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Genova, nell’ambito del progetto Marmot, di cui fanno parte anche l’Istituto per la BioEconomia del Cnr di Firenze, l’Istituto di Scienze Polari del Cnr di Messina, l’Università di Torino, l’Università di Udine e l’Università della Tuscia.
“Il progetto vuole sviluppare una piattaforma robotica progettata specificamente per operare nei laghi di alta montagna”, afferma Angelo Odetti dell’Inm-Cnr, che ha coordinato i ricercatori. “Questi ambienti fragili e in rapido cambiamento sono oggetto di studi in tutto il mondo come indicatori precoci dei cambiamenti climatici. Abbiamo quindi messo a disposizione le nostre competenze nel settore della robotica marina per sviluppare un dispositivo autonomo e portatile. L’obiettivo – aggiunge Odetti – è ottenere una comprensione più approfondita di questi ecosistemi quasi inesplorati sotto la superficie”.
Il robot si trasporta proprio come uno zaino ed è in grado di analizzare parametri chimici, fisici e biologici delle acque alpine, oltre a mapparne la struttura. I primi dati raccolti nei due laghi scelti hanno già svelato informazioni sorprendenti: il lago lombardo, ad esempio, ha rivelato una profondità massima di circa 45 metri, una caratteristica inaspettata. L’iniziativa, inoltre, punta a coinvolgere le comunità attraverso progetti di citizen science, rendendo i dati raccolti pubblici e accessibili.
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