I grandi fiumi del Nord assediati dalle costruzioni, gli imprevedibili piccoli corsi d'acqua che dall'Appennino scendono al mare, i territori inariditi da mesi di siccità al Sud: sono tante le criticità del territorio italiano che rischiano di esplodere nelle prossime ore a causa del maltempo in arrivo con piogge torrenziali e venti forti. A tracciarne la mappa è Antonello Fiore, presidente della Società italiana di geologia ambientale (Sigea).
"Il periodo autunnale è sempre stato caratterizzato da precipitazioni intense nel nostro Paese, ma il cambiamento climatico ha aumentato la frequenza e l'intensità dei fenomeni", osserva il geologo. "Ad amplificare gli effetti sul territorio sono poi gli interventi dell'uomo: i dati Ispra ci dicono che in Italia vengono consumati più di due metri quadrati di suolo al secondo, cementificando e costruendo in modo spesso disattento alle dinamiche del territorio e dei corsi d'acqua. Per questo ormai tutto il territorio nazionale è da considerarsi a rischio, con possibili alluvioni e allagamenti urbani in concomitanza di queste ondate di forte maltempo".
Al Nord e al Centro l'attenzione va ai grandi fiumi. Come si è visto in Emilia Romagna, "possono diventare critici quando l'acqua sormonta gli argini artificiali, invadendo aree costruire al di sotto del livello dei corsi d'acqua pensili".
I pericoli possono arrivare anche dai "piccoli corsi d'acqua che si trovano nelle zone appenniniche dove le montagne sono prossime alla linea di costa, come in Liguria, ma anche in Sicilia, Calabria, Puglia e Sardegna: trattandosi di piccoli bacini idrografici - osserva l'esperto - l'acqua si muove rapidamente verso il mare non concedendo il tempo necessario a prevedere l'arrivo dell'ondata di piena".
Al Sud, invece, il maltempo rischi di colpire un territorio già pesantemente segnato dalla siccità. "La mancanza d'acqua degli ultimi mesi può aver indebolito il manto vegetale, che svolge una funzione protettiva nei confronti del suolo, e il terreno può risultare più erodibile: così all'acqua si rischia di aggiungere il fango, che aumenta la violenza con cui vengono trascinate via le cose".
Le piogge torrenziali saranno un problema non solo per le aree extraurbane ma anche per le città, "dove la cementificazione ha aumentato le aree impermeabili e di conseguenza la quantità di acqua che dovrà essere accolta dalle fogne bianche, progettate decine di anni fa per quantitativi di pioggia molto diversi da quelli attuali", puntualizza Fiore.
Di fronte a questa situazione servono opere infrastrutturali, "ma da sole non bastano: bisogna panificare meglio la gestione del territorio e soprattutto - conclude il presidente di Sigea - rendere i cittadini consapevole dei rischi delle aree in cui vivono".
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