Si chiama LitChemPlast, la prima banca dati a libero accesso delle sostanze presenti nei prodotti di plastica: ne contiene più di 3.500, misurate nell'ambito di 372 studi su oltre 47.000 campioni di prodotti di vario genere, dagli imballaggi ai giocattoli fino agli articoli per la casa. I risultati, utili per proteggere meglio la salute e l'ambiente, sono pubblicati sulla rivista Environmental Science & Technology Letters dal Politecnico federale di Zurigo.
LitChemPlast rappresenta un significativo passo avanti verso una migliore comprensione del movimento delle sostanze attraverso le diverse fasi di vita delle materie plastiche. Il database fornisce dati chimici raccolti nel mondo reale, comprese le concentrazioni nei prodotti, utili per migliorare i modelli di stima dell'esposizione umana e ambientale alle sostanze contenute della plastica.
Lo studio evidenzia alcune lacune nella ricerca, come la limitata copertura regionale nei Paesi a basso e medio reddito, la mancanza di misurazioni non mirate per le categorie di imballaggi non alimentari e una focalizzazione limitata alle sostanze pericolose già ben note.
Il database mostra anche delle criticità, come il fatto che il riciclo meccanico della plastica (in assenza di adeguate misure di controllo) possa portare alla contaminazione con sostanze pericolose. Ad esempio, in alcuni giocattoli sono stati rilevati dei ritardanti di fiamma bromurati derivati da altri prodotti.
"La trasparenza delle sostanze chimiche nelle materie plastiche è fondamentale per garantire cicli di materiali più sicuri, proteggere la salute umana e ambientale e promuovere un'economia circolare sostenibile", commenta il ricercatore Zhanyun Wang. "LitChemPlast segna un passo significativo in questa direzione, e incoraggiamo una collaborazione diffusa per espandere e perfezionare ulteriormente questa preziosa risorsa".
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