Rappresentanti del mondo
agroalimentare, dalle grandi aziende alle piccole imprese,
accademici e studenti, produttori e istituzioni, alla festa per
i 20 anni dell'Università di Scienze Gastronomiche, a Pollenzo
(Cuneo) giovedì 30 maggio. Perché l'anniversario a cifra tonda
dell'Ateneo è l'occasione anche per il lancio ufficiale della
raccolta di firme per fare inserire l'educazione alimentare
nelle materie curriculari delle scuole dell'obbligo.
Un'iniziativa - con l'obiettivo di raccogliere un milione di
firme - lanciata da Scienze Gastronomiche, Slow Food e dalla
rete di Comunità Laudato sì nate dall'enciclica di papa
Francesco. A rilanciare l'appello sono gli altri tre atenei
piemontesi: Università di Torino, Politecnico e Università del
Piemonte orientale.
Per ospitare tutti - a Pollenzo è previsto un migliaio di
persone - vicino all'Università è stata allestita una grande
tensostruttura.
"Nata e promossa nel 2004 dall'associazione internazionale
Slow Food con la collaborazione delle regioni Piemonte e Emilia
Romagna - scrive Carlo Petrini, fondatore di Slow Food e
presidente dell'Università di Scienze Gastronomiche - è stata la
prima, e tutt'ora ancora l'unica università al mondo interamente
dedicata allo studio del cibo attraverso la lente delle scienze
gastronomiche. Ed è proprio a Pollenzo che le scienze
gastronomiche hanno ottenuto dignità accademica: nel 2017
infatti il Miur ha definito due nuove Classi di Laurea in
Scienze Gastronomiche basandosi sul modello Unisg. In vent'anni
di vita - ricorda Petrini - abbiamo laureato 3.800 gastronomi,
il 45% dei quali internazionali e provenienti da 101 paesi del
mondo. Professionisti in grado di coniugare le esigenze del
mondo produttivo con una visione del cibo che sappia rispondere
alle sfide economiche, sociali, ambientali e climatiche
attuali".
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