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All'Elfo debutta 'Safari pomodoro', una stand up tragedy

All'Elfo debutta 'Safari pomodoro', una stand up tragedy

Ispirata alle vite dei lavoratori stagionali dell'agricoltura

MILANO, 30 ottobre 2024, 13:26

Redazione ANSA

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E' "Una stand-up tragedy", come spiega il sottotitolo, 'Safari pomodoro', la nuova produzione del Teatro dell'Elfo, che debutta l'8 novembre. Nato da un'esperienza come lavoratore stagionale del giovane attore Michele Costabile, lo spettacolo è diretto da Elio De Capitani e Alessandro Frigerio, mentre è lo stesso Costabile a portare in scena la vita dei tanti invisibili che vivono spostandosi da una regione all'altra per la raccolta dei pomodori, delle olive o per la vendemmia.
    Nell'estate del 2020 Costabile ha lavorato in un conservificio del nord Italia, produttore di passata di pomodoro. Assunto come operaio generico, si è occupato di tutto, dalla pulizia dei resti di lavorazione alla ricarica del sale nei macchinari, passando per giornate intere l'idropulitrice su centinaia di metri quadrati di pavimento reso scivoloso dal pomodoro. L'esperienza del duro lavoro nel complesso industriale gli ha consentito l'incontro con un'umanità raramente rappresentata, quella dei lavoratori stagionali per le grandi industrie dell'agricoltura. Una popolazione italiana e straniera che vive ai margini, spesso in condizioni precarie, con una prospettiva limitatissima sul proprio futuro.
    Gli appunti e i diari del giovane attore, oltre che le vite e i racconti delle persone che ha incontrato e con cui ha stretto legami di profonda amicizia, sono la base per il progetto Safari pomodoro. A prove avanzate poi, il linguaggio tragicomico dell'opera ha creato il sottotitolo: una stand-up tragedy.
    Il lavoro di drammaturgia è stato affidato a Nicolò Sordo, che è partito da questi materiali per immaginare un personaggio che potesse incarnare la difficoltà di una generazione per cui il lavoro da tempo ha smesso di essere strumento di realizzazione. Nell'incontro con gli altri esseri umani, nella vita reale della fabbrica così come nel meccanismo del teatro, il protagonista riconosce se stesso per la prima volta, durante quello che pensava fosse un 'safari', ma che si rivela l'occasione per una presa di coscienza.
   

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